Oggi è l’anniversario dell’Unità d’Italia, la Giornata mondiale del sonno, il Saint Patrick’s Day e… venerdì 17!
Ognuno può festeggiarlo (o temerlo) secondo le sue personali inclinazioni (e superstizioni). L’anniversario dell’Unità d’Italia viene fatto coincidere con il 17 marzo 17 marzo, data che richiama la proclamazione del Regno d’Italia (17 marzo 1861). L’anniversario è stato solennemente festeggiato nel 1911 (50 anni), nel 1961 (100 anni) e nel 2011 (150 anni).
Per la Giornata Mondiale del sonno, trovate un articolo di Vittoria Orsenigo sull’ultimo numero di Cleaning Community Magazine REPORT Ho.Re.Ca., a pag. 46: Il sonno, questione di salute. Più del 40% della popolazione mondiale soffre di disturbi del sonno. In Italia sono 12 milioni le persone che non riposano bene,
4 milioni quelle che soffrono di insonnia cronica: a livello mondiale a soffrire di questi disturbi è il 40% della popolazione. e in primavera è peggio… Per questo è stato scelto l’ultimo venerdì prima dell’equinozio come data per il World Sleep Day, organizzato dalla World Sleep Society, l’Associazione Mondiale di Medicina del Sonno.
Il 17 marzo è la festa di San Patrizio, patrono d’Irlanda. Coincide con la presunta data di morte del Santo, il quale, dopo aver vissuto una vita alla ricerca della Fede, viene incaricato da Papa Celestino di diffondere la parola del Signore in Irlanda. Dal paese di fate e di leggende, la celebrazione della festa si è diffusa in tutto il mondo, che per un giorno si colora di verde… per la giornata che viene spesso chiamata anche St. Paddy’s Day (o più semplicemente Paddy’s Day). Una delle iniziative mondiali più suggestive dedicate al 17 Marzo è il Global Greening: alcuni dei più importanti momumenti del mondo si tingono di verde. A quest’ultima celebrazione partecipano alcune città italiane come Roma con il Colosseo, Pisa con la sua torre, Orvieto, Bologna, Massa e Cosenza.
Venerdì 17 in Italia è considerato un giorno infausto. Per quali motivi? Da una parte il venerdì, che nella tradizione cristiana rappresenta la morte di Gesù, avvenuta appunto il venerdì santo, dall’altra il 17, un numero che, come scrive La Stampa, nella storia del mondo occidentale ha assunto diverse connotazioni negative.
Una tradizione di lunga data…
In greco, Eptacaidecafobia significa paura del numero 17, e la sua identificazione con qualcosa di negativo sarebbe nata proprio nella civiltà greca. Per i seguaci del credo pitagorico, era un numero da evitare perché situato tra il 16 e il 18, considerati numeri perfetti. E nell’Antico Testamento, il diluvio universale iniziò proprio il 17.
Nell’impero romano, invece, la sfortuna ha ragioni militari e risale alla battaglia di Teutoburgo, combattuta nel 9 d.C. i Romani vengono battuti da Arminio e le legioni 17,18, e 19 furono completamente distrutte. Sulle tombe dei defunti poi, spesso si poteva trovare la scritta VIXI: in latino “ho vissuto”, cioè “sono morto” ed è l’anagramma di XVII, 17 in numeri romani. E se si guarda alla smorfia napoletana il 17 è sinonimo di disgrazia. Ma c’è anche una versione positiva: nella Cabala è considerato un numero benefico, poiché è il risultato della somma delle lettere ebraiche tet (9) + waw (6) + beth (2), che lette nell’ordine danno la parola tov “buono, bene”.
CM
fonti: Agi, Cleaning Community Magazine, Wikipedia
REPORT Ho.Re.Ca., a pag. 46: Il sonno, questione di salute.