Meteo-terrorismo

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Le previsioni errate mettono in crisi il settore

Affrontare una stagione turistica con lo spettro di previsioni metereologiche fuorvianti non fa certo bene alla nostra economia. Eppure è ciò che sta succedendo nel nostro paese. A pagarne il prezzo sono prima di tutto i cittadini e naturalmente anche l’intero comparto delle imprese ricettive – afferma Bernabò Boccapresidente di Federalberghi,  – È proprio vero: noi italiani siamo i peggiori direttori commerciali di noi stessi. Quando il quadro meteo non è del tutto chiaro e si ha il dubbio di possibili acquazzoni, subito si sceglie l’ipotesi più funesta. È come se fossimo sempre orientati al peggio. Il nostro è un paese turistico e non può né deve essere messo in crisi da previsioni inesatte”.
bernabò bocca

Questo il commento sulla polemica degli ultimi giorni tra gli albergatori, per il cosiddetto ‘meteo-terrorismo’.

Questa cattiva abitudine di usare toni allarmistici nelle previsioni – prosegue Bocca – ha inferto il colpo più duro al mercato dei week end e degli alberghi situati nelle varie località marine, soprattutto perché ormai le notizie arrivano almeno una decina di giorni prima del fine settimana. La consultazione del meteo anche via internet è diventata la base di qualsiasi partenza programmata. Per questo va usata molta cautela. Voglio sottolineare che, per una previsione approssimata in negativo, seguono a cascata numerosissime cancellazioni alberghiere: così è successo recentemente in Versilia, ma come abbiamo visto dalle cronache di questi giorni, potrebbe succedere ovunque. Purtroppo – conclude Bocca – tutto ciò rappresenta un danno economico per l’Italia: in un momento di crisi come questo, il nostro paese di tutto ha bisogno tranne che di ulteriori, evitabili aggravi”.

Piccola riflessione: è vero  che sono momenti in cui si sta più attenti a programmare le spese, ma veramente non siamo più capaci di goderci il tempo libero se non corrisponde a certe aspettative? Non siamo più capaci di apprezzare una vacanza in quanto tale e non perché deve soddisfare requisiti ottimali? Forse perché non siamo più adattabili o perché ogni tipo di cambiamento ci destabilizza un po’?

O forse perché siamo affascinati dal controllo e ‘conoscere’ in anticipo che tempo farà ce ne dà l’illusione…

Chiara Merlini



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