Nel 2015 il fatturato delle aziende associate (circa 300) ha segnato nel 2015 un aumento del 4% rispetto all’anno precedente.
Due terzi dei bilanci hanno registrato un utile, segnando così il percorso di uscita dal lungo periodo di crisi: un panorama in generale positivo, con l’eccezione dei settori del consumo e dell’agroalimentare che mostrano una lieve flessione.
Il CRM (Centro Studi Legacoop) insieme all’istituto di ricerca Euricse ha fornito un quadro complessivo dell’andamento del settore, dimostrando come la cooperazione sia un efficace ammortizzatore occupazionale, con un aumento del 75% (negli ultimi tre anni l’aumento di soci e occupati ha registrato una crescita del 2,5% annuo).
“Il 2015 è stato faticoso per la cooperazione – sottolinea Mauro Lusetti presidente di Legacoop – che ha visto settori in lenta ripresa e altri invece che ancora presentano difficoltà. Il 2015 ha anche messo in luce i molteplici esempi virtuosi di cooperative che proseguono la loro esistenza grazie al ricambio generazionale, all’aderenza ai valori, alla volontà di costruire patrimoni lasciandoli “in dote” alle generazioni future”.
”La nostra mission ci impone di alzare la testa, stare al fianco delle cooperative nel bene e nel male. Non ci stancheremo mai di promuovere questa forma di impresa nobile e sempre attuale, di guardare in faccia i problemi, cercando sempre di indicare una rotta, una via di uscita.Come sosteniamo da tempo, la qualità, la preparazione, la lungimiranza e la velocità di azione e reazione del gruppo dirigente possono e devono fare la differenza”.
Il valore dei settori
Aziende: 282
Bilanci: 279
Abitazione 292.309.941 7,9%
Agroalimentare 2.394.284.841 -1,7%
Consumatori 15.880500.992 0,1%
Dettaglianti 8.566.045.631 5,3%
Produzione Lavoro 5.711.971.613 -5,3%
Servizi 2.881.524.546 5,3%
Sociali 882.889.412 6,3%
Altro 15.876.158 -1,2%
Uno sguardo ai comparti
Il 2015 si è presentato come un anno con luci e ombre, dall’analisi emerge come il settore della cooperazione dei dettaglianti presenta un aumento di fatturato superiore al 5%, la redditività è in aumento di più del 25% e cresce – anche se di poco – il numero degli occupati.
La cooperazione sociale segna un aumento di fatturato del 6,3% e un margine positivo (anche se in leggera flessione rispetto al 2014), con una tenuta del numero dei soci (+3,6%) e degli occupati (6,4%).
Buono anche il risultato delle cooperative di servizi, con fatturati in aumento di circa il 5% e risultati di esercizio generalmente positivi, gli occupati sono in aumento di oltre il 6%.
Flessione invece per il comparto della produzione e lavoro, che cala di più del 5%, con una flessione di oltre il 4% sia di soci sia di occupati.
Dopo diversi anni di diminuzione, inversione di tendenza per il settore dell’abitazione, che registra un aumento dell’8%, anche se il risultato rimane in negativo, a causa delle crisi precedenti e della debolezza del comparto.
Calo di fatturato per il settore agroalimentare (-1,7%), evidenziando una riduzione del margine.
Il settore del consumo conferma i risultati del triennio passato, un margine in calo e un risultato di esercizio in aumento. Qui si registra leggera flessione (-3%) della raccolta del prestito da soci a cui però non corrisponde una diminuzione degli associati.
La Biennale dell’Economia Cooperativa
Il 7-8-9 ottobre si svolgerà a Bologna la prima edizione della Biennale dell’Economia Cooperativa, evento che nasce dall’esigenza di ritrovarsi, fare cultura nel senso più ampio del termine, progettare un futuro condiviso. Vuole essere un viaggio perpromuovere il progresso etico, sviluppare l’innovazione responsabile, garantire l’integrazione, l’equità e la coesione, fare della giustizia il motore dello sviluppo socio-economico ed essere culturalmente sostenibile.
Tre giorni di appuntamenti densi di dibattiti, iniziative collaterali, lectio magistralis, spettacoli e dialoghi. L’idea è di lanciare un ponte alla prossima Biennale, stabilire tanti piccoli legami fra i cooperatori, creare un’occasione di confronto con gli opinionisti dell’economia italiana e ascoltare le riflessioni dei teorici più illustri.
Dalla Biennale a Itineraria
Un concetto che ricorre nella Biennale dell’Economia Cooperativa è quello di percorso. Bolognaè la tappa di arrivo dopo un lungo lavoro di progettazione e di realizzazione della prima edizione della Biennale. A conclusione della Biennale parte Itineraria, il viaggio delle celebrazioni per i 130 anni di Legacoop in tutta Italia.
In questi 130 anni molte cose sono cambiate, si è modificata la cooperazione, è cambiato il contesto, sono mutate le persone.
Sono cambiate le misure della cooperazione, che non è più solo una realtà economica frammentata e marginale, ma che in alcuni casi hanno raggiunto dimensioni da grande azienda.
La formazioneè al centro dello sviluppo umano di Legacoop, attraverso l’utilizzo di una politica culturale tesa a riqualificare l’identità dei cooperatori più giovani.Le singole iniziative non mancano: dai progetti con le scuole e le università ai master, dagli incontri di formazione sul tema della cooperazione agli studi dei diversi centri di ricerca fino ad arrivare alle proposte delle singole cooperative. Alle competenze, infatti, va affiancata una responsabilità del ruolo dell’economia cooperativa, capace di marcare la differenza con le altre forme economiche, anche quelle più “sostenibili”.
Per il programma dettagliato: www.biennale.coop
La storia di Legacoop
L’inizio dell’esperienza cooperativa, in Europa e in Italia, risale a metà dell’800. Le prime cooperative sorgono per dare una risposta, sulla base di un principio di solidarietà, a problemi immediati come la disoccupazione e l’aumento del costo della vita. Nel 1886, a Milano nasce la Federazione Nazionale delle Cooperative, che diventerà nel 1893 la Lega delle Cooperative.
Prima della Grande Guerra, la cooperazione acquisisce una certa solidità economica e quelle caratteristiche che ne avrebbero consentito, dopo il 1918, il rilancio politico ed organizzativo. Tuttavia, l’avvento del fascismo e la tragedia della Seconda Guerra Mondiale sono devastanti: molte cooperative vengono chiuse e la Lega viene sciolta.
Con la Liberazione, si assiste a una rinascita della cooperazione il cui importante ruolo nell’organizzazione sociale viene ufficialmente riconosciuto dall’approvazione dell’art. 45 della Costituzione italiana: La Repubblica riconosce il valore sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l’incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli appositi controlli, il carattere e le finalità. A partire dal dopoguerra la cooperazione cresce e diventa una presenza diffusa su tutto il territorio nazionale.
Sull’onda del progresso economico degli anni Cinquanta e Sessanta la cooperazione gode di uno sviluppo dimensionale e qualitativo passando in quasi tutti i settori dal piccolo sodalizio artigianale del dopoguerra ad aziende più moderne e strutturate con una cultura imprenditoriale e una consapevolezza delle proprie possibilità che la spingono a confrontarsi proficuamente con il mercato.
Anni 70
In questi annianta la crescita economica è lenta e l’andamento discontinuo. L’economia italiana si trova a vivere la più lunga e grave crisi del dopoguerra, tuttavia gli anni tra il 1977 e il 1979, che coincidono con una politica caratterizzata dalla “solidarietà nazionale”, rappresentano un periodo di eccezionale sviluppo del movimento cooperativo.
Anni 80
La grande novità degli anni Ottanta è costituita dal fiorire della cooperazione sociale con la formazione di consorzi, il primo dei quali nasce a Brescia nel 1983, mentre nel 1985 si tiene ad Assisi la prima assemblea nazionale della cooperazione sociale. Nel 1985 il movimento cooperativo ottiene la cosiddetta “legge Marcora” che prevede la costituzione di un fondo speciale a favore delle cooperative costituite tra lavoratori in cassa integrazione. La legge 381 del 1991 suggella la novità portata dalla cooperazione sociale: la solidarietà non è declinata solo fra i soci, ma anche a favore degli utenti e fra i collaboratori trovano posto anche i volontari.
A seguito della crescente finanziarizzazione dell’economia, il movimento cooperativo rivela un sempre maggiore bisogno di capitali e la sotto-capitalizzazione delle imprese cooperative costituisce un debolezza storica. Due sono le strade per superare tale debolezza: l’accesso indiretto al mercato dei capitali, attraverso spa a controllo cooperativo, che vengono sempre più acquisite o costituite; la modifica della legislazione allo scopo di far affluire maggiori capitali direttamente alle cooperative.
Anni 90
Il 31 dicembre 1992 viene emanata la legge n. 59 che introduce nel nostro ordinamento alcune importanti novità concentrate sugli aspetti finanziari della società cooperativa. Le novità principali riguardano le modalità di finanziamento delle cooperative allo scopo di avviare a soluzione l’annoso problema della sotto-capitalizzazione. La legge istituisce due nuove categorie: i soci sovventori le cui risorse finanziarie possono essere utilizzate nell’ambito di fondi per lo sviluppo tecnologico e per la ristrutturazione e il potenziamento aziendale e gli azionisti di partecipazione. Inoltre, la legge impone la destinazione del 3% degli utili societari annuali alla promozione e allo sviluppo della cooperazione. Per le cooperative aderenti ad una associazione di rappresentanza questo contributo è destinato ad un fondo costituito dall’Associazione.
L’avvento dei primi anni Novanta è caratterizzato da luci e ombre: la crisi latente del settore delle costruzioni esplode in seguito alle vicende di “Mani pulite”, con gravi conseguenze su alcune grandi cooperative. Ad essere colpito non è solo il patrimonio cooperativo, ma la sua immagine, in conseguenza delle vicende giudiziarie che coinvolgono i presidenti di alcune cooperative e consorzi.
Anni 2000
Il più recente intervento legislativo in ambito cooperativo è quello che impone nel 2002 un più preciso riconoscimento del carattere mutualistico delle cooperative e ne restringe le facilitazioni fiscali. Seguono ancora iniziative legislative di straordinaria importanza per la cooperazione: la legge sul socio-lavoratore e i provvedimenti contenuti nella riforma del diritto societario.
Oggi la cooperazione, con il limite di una forte concentrazione in alcune regioni del Centro Nord, si pone all’attenzione degli ambienti economico-finanziari, delle forze politiche e delle Istituzioni per le caratteristiche di impresa, con forti connotati di impegno sociale, capaci di competere sul mercato in funzione concorrenziale.