Il Rapporto Ristorazione 2025 di FIPE-Confcommercio, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi, presentato il 9 aprile a Roma, con la partecipazione del Presidente Lino Enrico Stoppani, del Direttore del Centro Studi Luciano Sbraga e del Presidente dell’INPS Gabriele Fava, mette in luce dati su cui riflettere.
La crescita c’è, seppure moderata, che consolida i trend positivi già osservato nel 2023, ma che nello stesso tempo segnala come rimangano delle criticità strutturali. Tra le principali evidenze del Rapporto spicca la crescita del valore aggiunto a 59,3 miliardi di euro, evidenziando una dinamica positiva che ha progressivamente condotto prima al recupero e poi al superamento dei livelli pre-pandemici: rispetto al 2023 si registra una crescita in termini reali dell’1,4%.
In parallelo si osserva una crescita dei consumi – oltre 96 miliardi di euro (+1,6% in termini reali nel 2023) – che però rimane ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici (-6%). Questo risultato è stato interpretato anche alla luce del rallentamento della crescita economica generale.
Nel 2024 le imprese sono state 328 mila, in calo dell’1,2% sull’anno precedente. A mostrare la contrazione maggiore sono i bar (-3,3%), come risultato della migrazione verso altri modelli di offerta (ristorazione) e delle crescenti difficoltà in cui imbatte questo format. Rimane tuttavia di base un sentiment positivo, anche se con molte incertezze, dato il contesto economico globale che non si presenta particolarmente stabile.
Per quanto riguarda i prezzi, il 2024 ha registrato aumenti medi superiori al 3% (in forte calo rispetto al +5,8% del 2023), ma al di sopra del tasso di inflazione generale. L’aggiustamento dei listini nella ristorazione, così come avviene generalmente nei servizi, segue modalità e tempi ben precisi: nei gli ultimi tre anni sono cresciuti del 14,6% (l’inflazione generale è del 15,4%).
Le imprese investono: l’anno scorso oltre il 40%, infatti, ha effettuato almeno un investimento, valore complessivo stimato in 2 miliardi di euro.
Le risorse umane
Focus sull’occupazione, nel rapporto, che mette in risalto come si consolidi il trend positivo dell’occupazione con 1,5 milioni di occupati in bar, ristoranti, aziende di banqueting e mense, di cui oltre 1,1 milioni dipendenti. Rispetto al 2023 si registra un incremento complessivo di circa il 5% mentre i lavoratori dipendenti sono cresciuti del 6,7%, pari, in valore assoluto, a 70mila unità.
La parte negativa è che la crescita dell’occupazione non è accompagnata da un parallelo aumento della produttività, che anzi cala di mezzo punto percentuale rispetto al 2023 e soprattutto si mantiene ben al di sotto dei livelli di dieci anni fa. Un dato da segnalare è la composizione della forza lavoro dipendente che, in un Paese profondamente segnato dal calo demografico e dall’invecchiamento della popolazione, ha il 39,7% di lavoratori under 30, che arriva al 61,8% considerando anche gli under 40. La categoria che però registra il maggior incremento è quella degli over 50 (+10% sul 2023), in linea con quanto sta avvenendo nel mercato del lavoro.
Il problema che però resta è la difficoltà strutturale nel reperire personale, soprattutto qualificato: in questo versante, il mismatch tra domanda e offerta di competenze continua ad aumentare la sua forbice.
Fonte: FIPE