Etichetta energetica: dal 1° gennaio è d’obbligo per i negozi on line

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Ma l’e-commerce non è pronto…

 

Il 1° gennaio 2015 è entrato in vigore l’obbligo di esporre l’etichetta energetica anche nelle vendite on line di televisori, frigoriferi, forni, aspirapolveri e di tutti i prodotti che l’hanno già nei negozi fisici.

Ma in questi mesi l’organizzazione Ecommerce Europe, che rappresenta più di 25.000 negozi on line ha riportato alla stampa che la maggioranza dei  membri non ha  ancora preso le misure per rendere i loro siti compatibili con la nuova normativa.

E la cosa riguarda anche i giganti delle vendite online, Amazon ed Ebay, che sono al corrente dell’obbligo, essendo già state condannate in prima istanza in Germania su questi temi nel corso del 2014.

Da sempre i negozi on line hanno l’obbligo di riportare parte delle informazioni contenute in etichetta, ma finora non avevano l’obbligo di esporre l’etichetta con le categorie A-G differenziate per colore, ormai familiare ai consumatori.

La UE, notando la crescita delle vendite on line, ha esteso l’obbligo anche a questo canale (bollettino ufficiale dell’UE del 5 marzo 2014). L’obbligo riguarda i prodotti messi in vendita per la prima volta dopo il 1 gennaio 2015; i prodotti già presenti nei negozi il 31/12/2014, quindi, saranno esentati da questo obbligo e ricadranno nelle attuale normativa.

In Italia la campagna Marketwatch (www.market-watch.it) ha visitato nel corso del 2013/2014 dieci negozi online trovando una situazione generalmente molto carente sul piano dell’applicazione delle norme: pochissimi i negozi che correttamente informano il cittadino sulle performance di efficienza dei prodotti, sul rumore, sul consumo d’acqua, come prevede la legge, come evidenziato dal rapporto ‘Etichetta Furbetta’.

Legambiente e MDC (Movimento Difesa del Cittadino) che collaborano nel progetto, hanno invitato alla presentazione dei risultati delle visite e del dossier anche Amazon, presso la sede aziendale in Lussemburgo. Ma due raccomandate inviate a distanza di mesi – nelle quali si proponeva anche una collaborazione gratuita per aiutare l’azienda a mettersi a norma – non hanno ricevuto  finora nessuna risposta.

La visita online – gennaio 2014) da operatori di Legambiente nel sito italiano di Amazon aveva riscontato che su un totale di 63 articoli controllati (nelle categorie: frigoriferi e freezer, televisori, cantinette per bottiglie, forni elettrici, condizionatori d’aria) il 43% non avevano le informazioni basilari dell’etichetta energetica,  il 54% aveva informazioni parziali. Solo 3 articoli su 63 (3%) si potevano considerare in regola con la normativa sull’etichettatura energetica. La media di conformità del complesso dei negozi on line visitati in Italia si attesta sul 10% dei prodotti, per un totale di 531 prodotti ispezionati.

Le etichette energetiche sono molto apprezzate dai consumatori che le vedono come uno strumento per evitare prodotti succhia-energia che gonfiano le bollette. Circa il 10% del potenziale di risparmio energetico garantito dalle normative europee sull’efficienza va perso per la loro mancata o scorretta applicazione. Complessivamente parliamo del 4% del risparmio che vogliamo ottenere con il pacchetto europeo sul clima al 2030”, spiega il coordinatore del progetto Market-Watch per l’Italia, Davide Sabbadin.

La ricerca si inserisce nel progetto pilota Marketwatch che unisce sedici realtà della società civile che vanno ad affiancare le istituzioni nel settore del controllo di mercato a livello europeo nel campo delle etichette energetiche. L’obiettivo è quello di monitorarela corretta applicazione della direttiva sull’etichetta energetica – nei negozi on line e in quelli fisici – sia le dichiarazioni dei produttori e la veridicità delle etichette dei prodotti.

 

 



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