Dengue, un pericolo in aumento

 

 

a cura di Chiara Merlini

Considerata in tutto il mondo la più importante malattia virale trasmessa all’uomo dalle zanzare, la Dengue si sta diffondendo in tutto il mondo con evidenze significative. Se è endemica in più di 100 Paesi in Africa, America, Sud e Sud Est asiatico, Pacifico occidentale, ha fatto il suo ingresso anche in Europa dove si verificano molti casi di importazione associati ai viaggi.

 

 

Tra le malattie tropicali, la Dengue occupa il secondo posto, dietro la malaria: l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la considera una delle 17 malattie tropicali neglette (Neglected tropical diseases – NTD), un gruppo eterogeneo di infezioni tropicali comuni in popolazioni a basso reddito nelle regioni in via di sviluppo dell’Africa, dell’Asia e delle Americhe.

E, sempre secondo l’OMS, circa metà della popolazione mondiale è a rischio di Dengue: si stimano 100-4000 milioni d’infezioni all’anno, che provocano circa 20.000-25.000 decessi, soprattutto tra i bambini.

 

 

 

 

Casi di Dengue in Italia

Casi per Regione – Fonte: Epicentro

Alla fine di Novembre 2023, Epicentro, il portale epidemiologico dell’Istituto Superiore di Sanità per la sanità pubblica, segnala che erano 82 i casi confermati di Dengue nel nostro paese: quattro episodi di trasmissione non collegati tra loro in provincia di Lodi (41 casi confermati), in provincia di Latina (2 casi) e in provincia di Roma (38 casi con esposizioni in diverse parti della città metropolitana di Roma e 1 caso ad Anzio. Tutti i casi, di cui è noto l’esito, sono guariti o in via di miglioramento.

Casi confermati di Dengue dal 2015 al 2023

Dall’inizio dell’anno sono stati notificati anche 256 casi di Dengue importati da altri Paesi, tra questi si segnala un decesso. I dati aggiornati sono disponibili online nella dashboard Dengue, che viene aggiornata ogni settimana.

Luogo di probabile esposizione dei casi importati

Casi confermati – Fonte: Epicentro

La causa della Dengue

La malattia è causata dal virus Dengue, che esiste in 5 sierotipi differenti: DENV-1, DENV-2, DENV-3, DENV-4, DENV-5. In genere l’infezione con un tipo garantisce un’immunità a vita, ma solo per quel tipo, mentre nei confronti degli altri quattro l’immunità è breve e non duratura.

Aedes aegypti – Fonte: European Centre for Disease Prevention and Control

Il virus della Dengue è della famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus, che comprende virus come il virus della febbre gialla, il virus del Nilo occidentale (WNV) e il virus dell’encefalite da zecche (TBE).

Come si trasmette

Sono le zanzare del genere Aedes – soprattutto Aedes aegypti – i vettori della malattia, zanzare che vivono in latitudini tra il 35° parallelo nord e il 35° parallelo sud, a un’altitudine inferiore ai 1.000 metri sul livello del mare e sono attive soprattutto durante il giorno. Anche altre zanzare, come Aedes albopictus (la zanzara tigre), Aedes polynesiensis e Aedes scutellari possono infettare l’uomo, ospite primario del virus (che si può trovare anche in altri primati).

Aedes albopictus

E agiscono molto efficacemente: è sufficiente una sola puntura per trasmettere il virus: la zanzara che succhia sangue umano infetto diventa a sua volta vettore del virus, e lo rimarrà per tutta la sua vita, senza risentirne danno. L’uomo vanta il discutibile primato di essere la fonte preferita di nutrimento, infatti, a differenza di altre zanzare, Aedes aegypti preferisce vivere e deporre le uova a stretto contatto con gli esseri umani.

Come si manifesta

L’80% delle persone infettate non presentano sintomi oppure hanno manifestazioni cliniche leggere, come una febbre senza complicazioni, mentre il 5% dei pazienti presenta una forma più grave e solo per una piccola parte di questi ci può essere pericolo di vita. Il periodo di incubazione varia tra i 3 e i 14 giorni (in genere tra 4 e 7 giorni), i bambini presentano sintomi simili al raffreddore e alla gastroenterite (con vomito e diarrea). A livello clinico si ha febbre improvvisa, cefalea retrooculare, dolore muscolare e articolare ed esantema: la febbre è elevata – spesso supera i 40°C, con dolore generalizzato e cefalea, della durata compresa tra i 2 e i 7 giorni, durante i quali il 50-80% dei pazienti con sintomi presenta un esantema cutaneo. La terapia è di supporto, quindi idratazione se la malattia e lieve o moderata, mentre nei casi più gravi somministrazione endovenosa di liquidi ed emotrasfusione.

Da dove deriva il nome Dengue?

Le origini non sono note, ma una delle teorie più accreditate vuole che derivi dalla frase in swahili Ka-dinga pepo, che descrive una malattia causata da uno spirito maligno. Il termine ‘dinga‘ potrebbe derivare dalla parola spagnola dengue, che significa fastidioso, attento, termini che descrivono l’andatura di una persona che soffre il caratteristico dolore osseo dovuto alla malattia.

Gli schiavi delle Indie Occidentali erano chiamati ‘dandy’ a causa della postura e dell’andatura, perciò la malattia è conosciuta anche come febbre dandy. Il termine febbre spaccaossa fu invece utilizzato per la prima volta durante l’epidemia del 1789-90 a Filadelfia. Il termine dengue divenne il più utilizzato solo a partire dal  1828.

Una malattia che viene da lontano

Il primo caso di Dengue documentato risale probabilmente all’enciclopedia medica cinese realizzata durante la Dinastia Jìn (tra il 265 e il 420), in riferimento a un “veleno acquoso” associato a insetti volanti. Numerose epidemie sono state descritte durante il XVII, ma la prima documentata è quella che, tra il 1779 e il 1780 colpì Africa, America Settentrionale e gran parte dell’Asia. Nel 1906 fu confermata la trasmissione della malattia mediata da zanzare del genere Aedes e, nel 1907, la Dengue divenne la seconda malattia dopo la febbre gialla dove fosse stata dimostrata una causa virale.

Fino agli 40 del XX secolo le epidemie non furono frequenti. La grande diffusione della Dengue durante e dopo la seconda guerra mondiale è stata attribuita al dissesto ecologico causato dalla stessa guerra,  che portò alla diffusione della malattia in varie aree del mondo prima risparmiate e alla comparsa della sua forma emorragica. Questa forma fu descritta per la prima volta nelle Filippine nel 1953 diventando, a partire dagli anni 70, una delle principali cause di mortalità infantile nelle Americhe e nelle isole dell’Oceano Pacifico. Nel 1981 si venne a sviluppare un’epidemia da virus DENV-2 in pazienti dell’America Centrale e Meridionale che avevano contratto il DENV-1 diversi anni prima e fece per la prima volta la sua comparsa lo shock caratteristico della fase critica della malattia.

La Prevenzione

Da quanto è emerso risulta chiaro che la prevenzione è la capofila tra le misure da adottare per ridurre il rischio della trasmissione di questa pericolosa malattia. Nel novembre del 2019 il Ministro della Salute ha stabilito il Piano di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025).

 

Tra le azioni i prevenzione si deve quindi – come per tutte le zanzare – agire sul loro habitat ed eliminarle sono i modi adatti per ridurre il rischio.

La prevenzione individua due modalità di attuazione: agire sul controllo delle zanzare e proteggere chi risiede nelle zone endemiche dal contatto.

A questo proposito, un programma integrato basato su 5 punti è stato messo a punto dall’OMS. Eccoli:

  1. Patrocini, mobilitazioni sociali e legislazione al fine di assicurare il rinforzo degli organismi sanitari pubblici e delle comunità;
  2. Collaborazione tra Sanità e altri ambiti, pubblici e privati;
  3. Approccio integrato al controllo della malattia per ottimizzare l’utilizzo delle risorse;
  4. Decisioni basate sull’evidenza clinica in modo da garantire che gli interventi siano mirati e appropriati;
  5. Rafforzamento delle capacità per garantire una risposta adeguata alla situazione locale.
Eliminare l’habitat di Aedes aegypti 

Questo è il principale mezzo di controllo e si può attuare:

  1. Svuotando i contenitori d’acqua all’aria aperta
  2. Utilizzando agenti di controllo (specie animali che riducono la presenza delle zanzare)
  3. Insetticidi

Il primo metodo è il più utilizzato (non ci sono controindicazioni né rappresentano un danno alla salute (come per gli insetticidi) o le difficoltà gestionali e logistiche per il metodo degli agenti di controllo. Anche l’abbigliamento può costituire una difesa: abiti che coprono la cute, uso di zanzariere e repellenti per insetti (il dietiltoluamide, DET, sembra efficace). Quanto alla difesa farmacologica, dal 2016 esiste un vaccino, approvato da FDA, Food and Drug Administration, l’ente governativo USA che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici ed EMA, Agenzia europea per i medicinali European Medicines Agency, fino al 2004conosciuta come European Agency for the Evaluation of Medicinal Products, EMEA), l’agenzia della UE per la valutazione dei medicinali che ha sede ad Amsterdam.

Un Programma integrato

Tra le misure di controllo della sanità pubblica, ha senz’altro importanza strategica predisporre un programma integrato per ridurre in modo sostenibile il numero dei vettori. Per questo, la giusta via è una collaborazione intrasettoriale ed efficienti strategie di comunicazione al pubblico: la comunità deve partecipare per ottenere un risultato comune.

Cosa significano in pratica le attività per ridurre i luoghi di riproduzione delle zanzare (in ambienti esterni e interni)? Eliminare (o prosciugare) i contenitori di acqua stagnante (sottovasi, pneumatici, cavità degli alberi, pozze in rocce cave… Se non fosse possibile, eventualmente ricorrere a trattamenti larvicidi. Inoltre, è buona misura coprire efficacemente contenitori d’acqua, barili etc… mentre le zanzariere per porte e finestre rappresentano sono un’efficace misura di protezione. In caso di necessità, si possono prevedere anche misure per il controllo delle larve e delle zanzare adulte, con trattamenti di irrorazione dell’area interessata.

La protezione personale

Oltre alle misure generali per prevenire le punture di zanzara, e i consigli da richiedere al proprio medico per chi si recasse in aree endemiche di Dengue, anche al ritorno chi viaggia dovrebbe proteggersi dalle punture di zanzare – anche se non ha sintomi di malessere – per tre settimane dopo il ritorno da regioni in cui è segnalata la presenza di Aedes albopictus  e/o Aedes a Egypti durante la stagione di attività dei vettori (maggio-novembre).

La vaccinazione

Due vaccini contro la dengue hanno ottenuto l’autorizzazione da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (EMA) per l’uso nell’UE: Dengvaxia (di Sanofi Pasteur) e Qdenga (di Takeda GmbH).

Dengvaxia ha ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’UE il 12 dicembre 2018. È indicato per la prevenzione della malattia di dengue in individui di età compresa tra 6 e 45 anni, che hanno avuto una precedente infezione da virus dengue.

Qdenga ha ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio nell’UE il 5 dicembre 2022. È indicato per la prevenzione della malattia dengue nei soggetti a partire dai quattro anni di età.

La ricerca

Gli ambiti in cui si sviluppa la ricerca scientifica comprendono la creazione di metodi di controllo del vettore; lo sviluppo di un vaccino efficace; lo studio di farmaci antivirali.

Tralasciando la parte di pertinenza strettamente medica, per quanto riguarda il controllo della popolazione di zanzare ci sono diversi tentativi in corso: per esempio, introdurre nelle acque Poecilia reticulata o Copepoda, che si nutrono delle larve. Anche infettare le zanzare con batteri del genere Wolbachia sembra una via per rendere le zanzare più resistenti al virus.

Per saperne di più:

www.salute.gov.it/portale/malattieInfettive/dettaglioSchedeMalattieInfettive.jsp?lingua=italiano&id=215&area=Malattie%20infettive&menu=indiceAZ&tab=1#:~:text=%C3%88%20endemica%20in%20oltre%20100,milioni%20di%20infezioni%20all’anno.

Circolare n. 26620 del 29 agosto 2023 – Casi confermati di dengue con esposizione autoctona, indicazioni generali

www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2023&codLeg=96033&parte=1%20&serie=null

www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2947_allegato.pdf

/it.wikipedia.org/wiki/Dengue

www.ecdc.europa.eu/sites/default/files/images/mosquito-vector-borne-infographic-2023.png

www.epicentro.iss.it/arbovirosi/dashboard

www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2947_allegato.pdf

 



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