AFIDAMP: ‘Packaging in plastica riciclata’

Si è tenuto alla fine di febbraio il secondo appuntamento con il seminario “Packaging in plastica riciclata: necessità o opportunità per il settore del professional cleaning?”,  proposto da AFIDAMP per approfondire le scelte dei produttori nell’universo delle plastiche riciclate.

Organizzato dal Gruppo Chimici di AFIDAMP e condotto da Michele Pagani, di MC2 srl, l’evento si è focalizzato sugli aspetti del mercato sia del PCR (riciclato post consumo) che della plastica vergine.

Ad aprire i lavori Stefania Verrienti, Direttore di AFIDAMP, che ha introdotto i temi della giornata. Ha sottolineato come per gli associati sia importante comprendere meglio, anche in prospettiva, come utilizzare la plastica riciclata e quali sono i vantaggi e le criticità.

Ci si chiede se la qualità della plastica sarà del livello necessario e se ci sarà sufficiente materia prima, anche in considerazione degli ultimi eventi internazionali che pongono un punto di domanda sul futuro di tutti noi. I temi sono stati approfonditi con Cristina Poggesi – Segretario IPPR, Danilo Sartori, Responsabile di Modelli Innovativi di Riciclo e product management di Corepla, Giuseppe Riva – Direttore Federchimica-PlasticsEurope Italia, Attilio Cattapan – Attix Srl, Stefano Martegani – Responsabile Certificazioni CSI – Gruppo IMQ.

Focus sull’ambiente

Il settore del cleaning, come ha anche sottolineato la dottoressa Poggesi, fin dal 2017, ha risposto con molta attenzione ai temi ambientali, chiedendo fin da subito la certificazione per i propri prodotti all’ente che rilascia il marchio ‘Plastica seconda vita’, che accredita e garantisce la percentuale di plastica riciclata presente nei prodotti. Il numero dei manufatti certificati è raddoppiato negli ultimi due anni.

Secondo le norme UE, entro il 2030 tutti gli imballaggi in plastica dovranno essere riciclabili oppure riutilizzabili e probabilmente dovranno avere un contenuto minimo di riciclato negli imballaggi. Il consiglio è quindi quello di prepararsi sin daora, lavorando anche con la filiera dei fornitori per avere dei prodotti sicuri e affidabili.

Un tema, questo, che passa attraverso un lavoro di squadra, come sottolineato anche da Danilo Sartori di Corepla e da Giuseppe Riva di Federchimica, e di formazione alle aziende sui diversi materiali, sulle modalità di riciclo (chimico o meccanico) sui costi di produzione e sull’utilizzo.

La qualità della plastica riciclata

Non è sempre vero che i materiali riciclati siano meno performanti di quelli in plastica vergine: la qualità infatti dipende, come sottolineano i relatori, da come viene prodotta, dal materiale di partenza e da come viene effettuata la fase di riciclo.

La proposta di Giuseppe Riva è di investire sul riciclo chimico, che aprirà molte strade, anche se siamo solo agli inizi. D’altronde della plastica non possiamo fare a meno. Come evidenzia proprio Riva, sostituire per gli imballi la plastica con materiali alternativi ci costringerebbe ad avere un packaging più pesante e a raddoppiare i consumi energetici, in un momento già difficoltoso per le imprese.

Inoltre, si evidenzia che se l’emissione annua media di CO2 da parte di ogni cittadino europeo è di 9,7 tonnellate, di queste il 66% è riconducibile a energia e alimentazione, il 23% ai trasporti e solo lo 0,3% agli imballaggi in plastica.

Il riciclo, richiesto e favorito anche da normative italiane europee, è quindi la strada da percorrere.  E su quello chimico sono stati fatti molti investimenti in Europa, destinati a raggiungere 2,6 miliardi di euro entro il 2025 e 7 miliardi di euro entro il 2030. Inoltre, 150 milioni di euro sono previsti dal PNRR. Quindi è fondamentale che tutta la filiera produttiva lavori in questa direzione.

Nel corso del seminario è stato approfondito anche il tema relativo alla Plastic Tax, per ora rimandata, ma attesa per l’inizio del 2023. Attilio Cattapan ha evidenziato come la Plastica Tax non sia in realtà una tassa, bensì un’accisa non armonizzata sul consumo dei Manufatti Con Singolo Impiego (MACSI) in plastica per il contenimento, protezione, manipolazione, o consegna di merci o di prodotti alimentari.

E ha sottolineato che l’imposta non è dovuta sulla materia plastica che proviene da processi di riciclo o per MACSI esportati per il consumo in altri Paesi. Il produttore che ne chiede l’esenzione dovrà però rispondere a determinati obblighi e chiedere anche autorizzazione ad ADM – Agenzia Dogana e Monopoli, che entro ottobre 2022 emetterà delle direttive in merito.

I contenitori per i materiali pericolosi

Il seminario si è concluso con un intervento che ha suscitato grande interesse e prodotto numerose domande dal pubblico collegato: i contenitori per materiali pericolosi. Stefano Martegani ha dettagliato la regolamentazione per il trasporto di materiali pericolosi in flaconi e taniche in plastica vergine e riciclata. Una regolamentazione molto precisa, che va seguita alla lettera e che richiede molta attenzione. Fondamentale, ha sottolineato Martegani, è che la catena di controllo sia rigorosa e che gli imballi siano più resistenti. Se questo accade, anche la plastica riciclata si rivela molto efficace in termini di sicurezza dell’imballo e del contenimento del prodotto. Importante è seguire tutti i passaggi e non utilizzare imballi obsoleti.

Il tema riscuote molta attenzione e richiede ulteriori approfondimenti. Per questo AFIDAMP si farà promotore della costituzione di un tavolo di lavoro tra i propri associati e i produttori di plastica riciclata, per individuare un percorso comune e virtuoso.

Il seminario, trasmesso da AFIDAMP attraverso i propri canali social, è disponibile sul canale YouTube dell’associazione.  

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