Sanità e igiene, temi indissolubilmente uniti, poiché pulire rappresenta un vero e proprio atto sanitario e come tale in grado di scongiurare malattie. Per questo, per l’edizione 2017 di PULIRE è stato deciso di dare grande spazio al tema dell’igiene nell’ambito sanitario e ospedaliero, con due convegni che hanno avuto luogo il primo giorno di fiera, il 23 maggio.
Il primo, dedicato al tema del rischio infettivo nelle strutture ospedaliere e il secondo, incentrato sulla progettazione degli edifici sanitari, concepita come elemento cruciale, da cui dipende anche la qualità igienica. Entrambi gli eventi sono stati moderati dal giornalista Maurizio Pedrini, che ha accompagnato il numeroso pubblico presente in sala in un viaggio all’interno delle principali criticità igieniche (e delle soluzioni) che ruotano attorno al tema pulizia all’interno del mondo ospedaliero.
Al convegno “Prevenzione e controllo del rischio infettivo: come tutelare la salute dei pazienti e del personale sanitario attraverso l’igiene delle superfici e dei condotti di aerazione”, sono intervenuti come relatori: Beatrice Casini, del Direttivo SIMPIOS (Società Italiana Multidisciplinare per la Prevenzione delle Infezioni nelle Organizzazioni Sanitarie) e Docente Università di Pisa; Domenico De Leo, Responsabile struttura funzionale Medicina Legale Clinica/Dip. Medicina e sanità pubblica e Docente Università di Verona; Sandra Zuzzi, Presidente FARE (Federazione Economi e Provveditori della Sanità); Raffaele Zinno, Segretario nazionale SISMLA (Sindacato Italiano Specialisti Medicina Legale e delle Assicurazioni) e Raffaele Caruso, Segretario Generale AIISA (Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici). L’evento, promosso da Afidamp e Federsanità, è stato introdotto dalla lettura dei saluti del Direttore Generale dell’associazione delle aziende sanitarie e ospedaliere, Enzo Chilelli.
Le infezioni ospedaliere costituiscono una grande sfida per tutto il sistema della salute pubblica. Le difficoltà, per quanto riguarda la prevenzione e la gestione, sono numerose, perché, come è stato sottolineato nel corso del convegno, rappresentano un insieme piuttosto eterogeneo di condizioni cliniche, con un notevole impatto sui costi sanitari.Il rischio infettivo rappresenta sicuramente una grande minaccia, che però si può scongiurare e gestire attraverso molteplici strumenti, tra cui la scrupolosa cura dell’igiene. Il tema è scottante, poiché le infezioni correlate all’assistenza sanitaria rappresentano un fenomeno in costante aumento, anche perché condizionate da una crescita dei fattori di rischio dipendenti dall’evoluzione socio-economica ed ambientale degli ultimi decenni. L’incontro ha analizzato il fenomeno, anche alla luce anche delle novità legislative che fanno ricadere sul medico pesanti responsabilità sul piano civile e penale. Dopo l’entrata in vigore della legge 8 marzo 2017, n. 24 recante “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie“, la figura del medico è diventata infatti quella del massimo garante della sicurezza all’interno delle strutture sanitarie.
I medici diventano perciò figure di riferimento anche nella tutela dell’igiene al fine di scongiurare il rischio infettivo, in un panorama, quello delle strutture ospedaliere, sempre più complesso e in continuo mutamento. Come è emerso dall’evento, è sicuramente necessaria una forte sensibilizzazione di tutto il personale che opera nelle strutture, perché a volte sono semplici gesti di attenzione a fare la differenza, come il frequente lavaggio delle mani ed il corretto utilizzo dei guanti, ma sono necessari anche interventi di tipo formativo nei confronti di chi si occupa della sanificazione e del cambio della biancheria.
Sono diversi i veicoli di infezione. I principali sono le mani, la strumentazione, la somministrazione di sostanze e farmaci, l’ambiente (arredi, mobili, pavimenti e i condotti di aerazione), che necessitano di una verifica sistematica sul funzionamento e un’accurata manutenzione, come ha sottolineato Raffaele Caruso di AIISA.Per controllare il rischio infettivo, è necessario quindi che gli ospedali agiscano su più fronti: attuando di prevenzione attraverso azioni sulle strutture, sui sistemi di aerazione e sui flussi di acqua, sulle condizioni igieniche del personale e dell’ambiente; individuando personale dedicato alla sorveglianza, che rispetti un preciso protocollo; formando il personale dedicato al trattamento dei pazienti, soprattutto nelle aree critiche di terapia intensiva e chirurgica, raccogliendo ed analizzando dati utili.
Le strutture, con le loro caratteristiche tecniche e morfologiche, diventano quindi un nodo centrale quando si parla di pulizia e prevenzione. Ma cosa c’entra l’architettura con l’igiene? Più di quanto pensino la maggior parte delle persone. Infatti sono molte le difficoltà strutturali che possono ostacolare il raggiungimento di livelli elevati di pulito e che, di conseguenza, possono comportare problemi di salute. Le strutture sanitarie, in particolare, con il pericolo di infezioni sempre in agguato, devono garantire standard igienici elevatissimi se vogliono tutelare il benessere dei pazienti. In un edificio ospedaliero, in fondo, nessuna zona è a basso rischio. Per questo, la progettazione diventa un elemento primario di prevenzione delle infezioni.
Queste le motivazioni che hanno portato Afidamp a organizzare in collaborazione con la rivista Progettare per la Sanità e il Cneto, Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera, l’evento dal titolo: “Igiene in Sanità, quando la progettazione fa la differenza. Strumenti e sostenibilità economica per la massima igiene dei luoghi di cura”, che si è rivelato un’opportunità preziosa per approfondire un argomento ancora poco conosciuto e trattato. Infatti, progettare bene vuol dire mettere l’operatore nelle condizioni di lavorare bene, risparmiando tempo e denaro. Il convegno, dopo i saluti dei rappresentanti della rivista e di Afidamp, rispettivamente Margherita Carabillò e Stefania Verrienti, ha visto la partecipazione di Maurizio Mauri, Presidente di Cneto; Stefano Capolongo, Direttore del Master in Pianificazione, Programmazione e Progettazione dei sistemi ospedalieri e socio-sanitari del Politecnico di Milano e dei rappresentanti dell’IRST di Meldola (FC), esempio di struttura virtuosa sotto il profilo della progettazione.
“IRST di Meldola, una struttura di cura ideata per combattere il cancro che ha a cuore l’igiene”: questo il titolo dello spazio dedicato alla case history, che ha visto la partecipazione di Mattia Altini, Direttore sanitario IRST, Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori; Elena Prati, Medico di Direzione Sanitaria IRST IRCCS; Davide Gallegati, Responsabile Ufficio Programmazione e Controllo di Gestione IRST; Andrea Ragazzini, Progettista Architettonico – Direttore Operativo Opere Edili; Massimiliano Mazzotti, Responsabile di Formula Servizi Soc. Coop. Passo dopo passo, i relatori hanno illustrato il percorso che ha portato al rifacimento della struttura, pensata anche per facilitare le procedure di igienizzazione. Infatti la ristrutturazione è avvenuta con criteri all’avanguardia, considerando la necessità di una massima pulizia. Sono molti i fattori che concorrono alla sicurezza e all’efficienza di una struttura oncologica sotto il profilo igienico: progettazione edilizia; formazione degli operatori e capacità di interfacciarsi; adeguatezza strumentazioni; sostenibilità economica ed ambientale.
Si è trattato di un evento particolarmente importante per Afidamp, che sta supportando il master del Politecnico di Milano diretto dal Professor Stefano Capolongo. La mattina del 23 giugno Afidamp terrà a Milano, infatti, una lezione sui temi dell’igiene, per sensibilizzare i progettisti sull’importanza della sanificazione e dare loro degli elementi di riflessione su quali conseguenze possa avere una scorretta progettazione e l’utilizzo di materiali non idonei.