Turismo, patrimonio d’Italia

Il turismo rappresenta una voce importante nel nostro bilancio economico. Un aggiornamento sulla situazione attuale del settore.

di Vittoria Orsenigo

L’Italia è il quinto paese più visitato al mondo, con l’arrivo di 65 milioni di stranieri, il secondo per numero di pernottamenti (221) dopo la Spagna 299), e davanti a Regno Unito (192) e Francia (137). Secondo i dati ISTAT del 2019, le presenze totali sono state 432,6 milioni. Secondo stime della Banca d’Italia del 2018, il settore turistico genera direttamente più del 5% del PIL nazionale (il 13% considerando anche il PIL generato indirettamente) e rappresenta oltre il 6% degli occupati. I dati non sono i più recenti però segnalano e confermano il fatto che il nostro Paese ha rappresentato e rappresenta una meta di riferimento per il turismo, vacanziero, di culturale, religioso e così via.

Parliamo di ora e degli italiani. Questa estate, secondo i dati di uno Studio sul turismo outdoor realizzato da Enit-Agenzia Nazionale del Turismo e Human Company in collaborazione con Istituto Piepoli, saranno 25 milioni gli italiani in vacanza. Realizzata a giugno con metodo quantitativo su un campione rappresentativo della popolazione italiana, la ricerca ha indagato la propensione degli italiani per le vacanze estive, le previsioni di soggiorni outdoor per l’estate 2022 e i fattori determinanti per la scelta delle vacanze.
E degli italiani uno su cinque sceglie di passare il suo tempo libero all’aria aperta. Conseguenza della pandemia? Di certo il Covid-19 è stato un fattore importante, che ha influito sulle scelte di passare il tempo in libertà, infatti, due italiani su tre fanno questa scelta. Chi sceglie l’outdoor fa vacanze più lunghe, e per l’88% dei turisti outdoor si sta in Italia: Puglia, Toscana e Sardegna sul podio delle regioni preferite, seguite da Lazio, Calabria e Sicilia.

L’ESTATE 2022

Secondo le stime dell’indagine, questa estate il 52% degli italiani ha programmato una vacanza, e riscuote successo la formula delle vacanze all’aria aperta, che sia un villaggio oppure un agriturismo. Chi fa questa scelta, inoltre, opta anche per un tempo più prolungato. Ed è l’Italia la meta preferita, mentre la destinazione più gettonata si conferma ancora la Puglia, a seguire Toscana e Sardegna, anche se sono richieste Lazio, Calabria e Sicilia. Il mare (58% di preferenze) è preferito alla montagna e alle città d’arte.

E chi non va in vacanza?Questa scelta per la maggioranza è sostenuta – ed è comprensibile – per motivi economici, mentre solo il 5% degli intervistati ha dichiarato che la causa è la paura del Covid-19. L’aumento del costo del carburante e l’inflazione sono fattori che influenzano le scelte per sette italiani su dieci, e la tendenza generale è aspettare l’ultimo momento (o quasi) per prenotare, contattando direttamente le strutture.

IL TURISMO È IN CRESCITA

L’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio sulla base di interviste a titolari di imprese ricettive italiane nel periodo 15-30 giugno segnala un netto aumento del turismo. Nonostante l’inflazione, l’aumento dei casi di Covid-19, la guerra in Ucraina, tutti fattori di preoccupazione, l’indagine (realizzata da Isnart – Unioncamere) segnala che la stagione turistica sarà positiva e si potrà recuperare quello che è stato perso nei due anni precedenti. Prenotazioni maggiori per le strutture in località marine, ma anche quelle in montagna hanno dati positivi e, infine, recuperano le strutture dell’ospitalità nelle città d’arte, che hanno sofferto di più per il Covid-19. E dovrebbero anche tornare i turisti stranieri, soprattutto dalla Germania, mentre da Svizzera, Austria, Francia, Paesi Bassi e Regno Unito le presenze dovrebbero sostanzialmente essere uguali a quelle dello scorso anno.

E per quanto riguarda il mercato alternativo – l’affitto di case private – Airbnb continua il suo trend positivo: a maggio segnava oltre 11 milioni di notti prenotate tra giugno e agosto (3,5 milioni in più dello stesso periodo dell’anno precedente).

Tariffe aumentate (lo dicono il 36% degli imprenditori), a causa dei problemi noti, ma la preoccupazione dei gestori è quella della difficoltà di previsioni sulla gestione finanziaria (il 41% pensa a un bilancio di segno negativo).

LA DIFFICOLTÀ DI TROVARE IL PERSONALE

Un argomento preoccupante che coinvolge tutto il settore a livello mondiale.

Secondo una recente analisi del World Travel & Tourism Council (Wttc) e della European Travel Commission (Etc) emerge che la ripresa del settore dei viaggi e del turismo potrebbe essere messa a serio rischio se quasi 1,2 milioni di posti di lavoro non dovessero essere occupati in tutta l’Ue.
Questa impegnativa carenza di manodopera estiva fatta emergere dall’ultimo rapporto del Wttc implica un’azione urgente. Nel 2020, quando la pandemia era al suo apice, il settore dei viaggi e del turismo nell’Ue ha subito la perdita di quasi 1,7 milioni di posti di lavoro.
Nel 2021, quando i governi hanno iniziato ad allentare le restrizioni ai viaggi e la fiducia dei viaggiatori è migliorata, il contributo diretto del settore all’economia dell’Ue è risalito del 30,4% e ha recuperato 571.000 posti di lavoro.
Quest’anno, secondo le previsioni del Wttc, la ripresa del settore continuerà ad accelerare e raggiungerà quasi i livelli pre-pandemia, con un aumento previsto del 32,9% del contributo diretto all’economia dell’Ue.

Il Wttc e l’Etc hanno individuato sei misure che i governi e il settore privato possono attuare per affrontare questo problema urgente come facilitare la mobilità del lavoro all’interno dei Paesi; consentire il lavoro flessibile e a distanza; garantire un lavoro dignitoso, fornire reti di sicurezza sociale ed evidenziare le opportunità di crescita professionale, aggiornare e riqualificare i talenti e offrire una formazione completa.

IL MERCATO ALBERGHIERO INVESTE

A livello mondiale gli investimenti immobiliari alberghieri sono quasi raddoppiati nell’ultimo anno (rispetto al 2020), quasi 70 miliardi di euro, secondo il Rapporto 2022 sul mercato immobiliare alberghiero.

In particolare, in Europa il mercato immobiliare alberghiero ha chiuso il 2021 con un fatturato di 21,2 miliardi di euro e si prevede un rialzo a 26,6 miliardi nel 2022. Trend confermato anche in Italia con un fatturato 2021 di 2,5 miliardi di euro che si prevede in aumento nel 2022 a 3,1 miliardi. La maggioranza degli investimenti ha riguardato gli hotel a quattro stelle. L’aumento del fatturato, sia a livello generale europeo, sia a livello nazionale dovrebbe chiudere alla fine di quest’anno con un incremento quasi del 30%.

E VIA IN CROCIERA!

Clia, California Lodging Industry Association, prevede che nel 2023 i principali porti europei raggiungeranno i 48,6 milioni di crocieristi, cifra che supererà del 26% i 38,6 milioni previsti quest’anno.
Secondo uno studio pubblicato da Clia, nel 2023 le navi da crociera trasporteranno 48,6 milioni di passeggeri, leggermente al di sotto dei 53,2 milioni registrati dai porti europei nel 2019, anche se le compagnie di navigazione sono fiduciose che il prossimo anno inizierà a prendere piede la ripresa di questo settore.

I porti italiani (al primo posto) riceveranno 12,7 milioni di passeggeri, in seconda posizione i porti della Spagna, con 9,4 milioni di crocieristi.

Hosteltur riporta che Insieme rappresenteranno il 45,5% dei passeggeri attesi nell’intero continente e Barcellona sarà il porto europeo più importante. Il terzo posto sarà occupato dalla Grecia (5,3 milioni di crocieristi), seguita da Francia (3,7 milioni) e Norvegia (3,6 milioni).

Per saperne di più:

www.federturismo.it

www.isnart.it

www.scenari-immobiliari.it

www.wttc.org/www.etc-corporate.org

www.cruising.org

www.hosteltur.com

it.wikipedia.org/wiki/Turismo_in_Italia



Il tuo nome (richiesto)

La tua email (richiesto)

Il tuo messaggio