Rifiuti in Sicilia, FISE Assoambiente punta sui termovalorizzatori

La posizione esternata ieri dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in contrasto con i propri tecnici, non ci sorprende, ma ci trova in profondo disaccordo e, dati alla mano, evidenzia un approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà europee più evolute che oggi fanno pieno affidamento su questa tecnologia. Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia non può che passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il territorio e dalla valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in discarica che in regione supera ancora il 70%, come confermano i dati del report rifiuti urbani ISPRA 2018. Chi pensa di raggiungere questi obiettivi, in linea con le direttive europee sull’economia circolare, senza la realizzazione di almeno due termovalorizzatori nella regione non riconosce la realtà dei fatti e accetta che prosegua il ‘turismo dei rifiuti’ verso altre destinazioni fuori regione, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini. E’ fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti. D’altra parte la stessa Direttiva sui rifiuti del Pacchetto sull’Economia Circolare, prevedendo al 2035 obiettivi di riciclo al 65% e di conferimento in discarica al 10%, riconosce una significativa quota residuale per la valorizzazione energetica”.

Questa la posizione di Chicco Testa, presidente FISE Assoambiente (Associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica), sulla questione rifiuti in Sicilia, intervenendo nella polemica tra il Ministro Costa e il Governatore Musumeci.



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