Rapporto Cresme – Confindustria: il mercato dei Servizi

Per la prima volta in assoluto il centro ricerche Cresme presenta uno studio sul mercato dei Servizi in Italia, fornendo un quadro del comparto grazie alla collaborazione con il promotore del report, Confindustria Servizi HCFS, la federazione presieduta da Lorenzo Mattioli che riunisce le più importanti associazioni di imprese del settore.

 “Pulizia, igiene e sicurezza: il nuovo mercato dei Servizi in Italia” è il titolo dell’indagine, che fornisce in maniera scientifica i dati del mercato e le possibili richieste di servizi da parte di ogni segmento (scolastico, ospedaliero, alberghiero, commerciale…) quantificando superfici ed importi necessari per la sanificazione.

Emerge, complessivamente, che ci sono oltre 2 miliardi di metri quadrati di superfici da sanificare, e che occorrerebbero almeno 2,5 miliardi di euro per rispondere a tale esigenza considerando che tale operazione costa tra 1,20 e 1,50 euro per metro quadrato.

Da qui è possibile calcolare i costi di ogni settore, in base alle superfici che ne compongono il patrimonio immobiliare. Per sanificare e pulire gli uffici occorrerebbero, al netto di IVA, 148 milioni di euro per superfici di circa 135 milioni di metri quadri; per gli ospedali 35,8 milioni di euro (superficie circa 33 milioni di metri quadri); per le scuole 101, 3 milioni di euro (superficie 93 milioni di metri quadri); per gli alberghi 73 milioni di euro ( corrispondente ad una estensione di 67 milioni di metri quadri). Arriva a 403 milioni di euro la stima per sanificare le superfici commerciali e oltre un miliardo di euro per l’Industria.

Contesto della Ricerca

Gli occupati nei servizi sono più di 16,4 milioni e rappresentano il 70% degli occupati in Italia. Per fare un raffronto con gli altri settori: gli occupati nell’industria sono il 20%; gli occupati nelle costruzioni il 6%, gli occupati nell’agricoltura il 4%. Inoltre, il peso percentuale dell’occupazione terziaria sul totale dal 2008 al 2019 è cresciuto di 3 punti percentuali. 

I servizi sono stati il motore della crescita occupazionale negli anni della crisi 

Tra 2008 e 2019 gli occupati nei servizi sono cresciuti di oltre un milione di unità (1.053.418) con un tasso di crescita del 6,9%; nello stesso periodo l’industria ha perso 225.000 occupati (una parte non piccola nei settori legati alle costruzioni) e le costruzioni hanno perso oltre 613.000 occupati. (Nell’agricoltura l’occupazione è cresciuta del 6,4%, poco meno di 55.000 unità). 

In sostanza, i servizi sono il motore occupazionale dell’economia italiana; il nodo centrale dell’offerta di lavoro vede il settore terziario protagonista della ripresa dell’economica. 

In questo contesto CONFINDUSTRIA SERVIZI HCFS rappresenta un bacino 53.500 imprese, 532.500 addetti; 21,2 miliardi di fatturato.

Per entrare nello specifico: il settore dei servizi di pulizia e di facility services integrati assorbe la quota principale del mercato, pari in base alle stime a 35mila imprese e 470mila addetti, pari al 65% delle imprese ma a più dell’88% dei relativi addetti.

L’ambito dei servizi di lavanderia, industriale e non, e di noleggio biancheria, vanta 17mila imprese attive e 49mila addetti, ovvero il 32% delle imprese poco meno del 10% degli occupati.

servizi di sicurezza sul lavoro contano circa 1.000 imprese e 7.000 addetti (meno del 2% e poco più dell’1% rispettivamente delle imprese e degli addetti totali); mentre i servizi di igiene in ambito sanitario sono una nicchia specializzata di mercato rappresentata da circa 200 operatori con circa 4.700 addetti. 

Con questa ricerca offriamo al Paese tutte le potenzialità di un settore dimostrandone plasticamente la forza e l’importanza. Se il 70% degli occupati passa per il nostro comparto,  ma chi Governa non interviene per tutelarlo e valorizzarlo, vuol dire che c’è un problema” dichiara Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi HCFS e ANIP-Confindustria.

Non vorremmo che, svanita l’enfasi degli eroi ‘invisibili’, si prosegua con il solito sistema che alimenta gare al ribasso e scarsa trasparenza. Quello che serve, e che ancora non vediamo, è un impegno per una legge quadro sui Servizi, per la definizione di un codice degli appalti che prenda in considerazione le specificità del settore e non solo gli appalti per opere di costruzioni“.

Secondo Mattioli manca l’attenzione verso uno dei più grandi rischi, cioè che nel nuovo mercato della sanificazione possa entrare qualsiasioperatore privo di requisiti.

La federazione confindustriale dei Servizi ha detto quanto denaro occorre per sanificare l’Italia: 2,5 miliardi di euro a fronte dell’unica misura messa in campo, quella del credito d’imposta del 60% e del fondo Inail.

Nel recovery plan dell’Italia noi siamo l’architrave, ma nessuno ci ha coinvolto nelle task force che hanno cercato di programmare la Fase 3“. prosegue il presidente di HCFS e di ANIP Confindustria.

In quanto federazione di Confindustria sosterremo il nuovo corso del Presidente Bonomi cercando un dialogo con il Governo e lanciando proposte concrete su basi concrete

Le considerazioni di Lorenzo Bellicini, direttore Cresme: “Dalla ricerca emerge come, nello scenario economico attuale, i servizi rappresentino il motore della crescita per il Paese. Era vero prima della pandemia, e lo sarà anche dopo.

Il 70% dell’occupazione è nei servizi, e i servizi stanno anche vivendo profondi cambiamenti con l’accelerazione del lavoro in remoto, e una accelerazione delle dinamiche organizzative dovute a nuove modalità di workplace management che arricchiscono il mercato dell’integrated facility management.

È stato inoltre importante, misurare le superfici da sanificare, in particolare nei settori più critici (vedi scuole, ospedali, RSA), perché qui un intervento corretto e misurato, con le risorse necessarie è fondamentale per la ripartenza in sicurezza. Il nostro studio misura le dimensioni di questo mercato”.

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