Quando le mosche non conoscono il calendario

 

 

di Athene Noctua

Vi è mai capitato di vedere nei cartoni animati la scena in cui il protagonista apre l’armadio e viene travolto da una enorme quantità di giocattoli, vestiti, scarpe, cianfrusaglie varie e l’immancabile paia di pattini a rotelle dove il malcapitato inciamperà rischiando di rompersi l’osso del collo? È l’immagine che spesso mi sovviene quando apro una ricerca su internet (Google nello specifico).

Incuriosita per le tante notizie che sottolineavano l’esplosione demografica delle “mosche” a Genova. Entusiasmante è la marea di informazioni a corollario del fenomeno. Ne cito alcuni:

Genova, caldo e non solo: città invasa dalle mosche

– Mosche a Genova, è il mix di caldo anomalo e derattizzazioni

– Invasione di mosche a Genova: l’esperto spiega perché

e così via.

Cercando di raccapezzarmi mi sembra che tutti facessero cenno al cambiamento climatico e la quasi totalità si riferisse alla mosca domestica. Non entro nelle proposte di lotta enunciate limitandomi ad esporre uno schema generale da cui estrapolare le strategie più opportune caso per caso.

PRIMA FASE: IL TERRITORIO

Cerchiamo di fare una radiografia della città della Lanterna. La prima cosa che la caratterizza è il porto:

Dati stimati
Passeggeri (traghetti e navi passeggeri) Merci sbarcate o imbarcate (container)
Circa 3 milioni fra partenze e arrivi Poco meno di 20 milioni di tonnellate

 

Dati relativi al territorio comunale e alla città

N° abitanti Area territorio comunale N° di strade e sviluppo
600.000 Poco meno di 250 km² 4.000 (x almeno 1.000 km)

Ai dati stimati bisogna aggiungere che a Genova fa capo anche l’aeroporto Cristoforo Colombo con un milione di passeggeri fra arrivi e partenze tutti con i loro bagagli e con la movimentazione di merci in netto aumento.

A parte le bizze climatiche, a cui tutti fanno riferimento, va sottolineato che il clima di Genova è da sempre mite (temperatura media oltre i 20°C), umido (con una UR intorno all’80%) e abbastanza ventilato.

NB Non sarà New York ma resta un territorio di tutto rispetto e dal punto di vista del pest e vector control problematico (non a caso fra le prime segnalazioni, se non la prima, riguardante la zanzara tigre risale a 33 anni fa proprio a Genova). 

A tal proposito vi sono altri parametri critici della città di Genova cioè i numerosi corsi d’acqua che l’attraversano: il Bisagno, il Polcevera, il Fereggiano e altri corsi minori senza trascurare le discariche (soprattutto quelle abusive), le isole ecologiche (a volte nei rifiuti ingombranti vi sono residui organici).

Anche la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, in particolare la frazione organica, se mal gestita rappresenta un sottosistema che può favorire lo sviluppo del vasto gruppo delle così dette “mosche”.

SECONDA FASE: LE MOSCHE

Senza entrare più di tanto nel mondo dell’entomologia, mi sembra utile fare un accenno al vasto orizzonte delle “mosche” e mi appare particolarmente esemplificativo quello descritto da E. Guzzanti e E. Bergami nel testo “Disinfezione, Disinfestazione e Derattizzazione” che così schematizzo con alcuni ampliamenti ed esclusioni che mi appaiono pertinenti.

MOSCHE DOMESTICHE

Musca domestica (sicuramente la più diffusa) La femmina depone durante la sua vita oltre 500 uova (100-200 per ogni ovo-deposizione). A 25 °C la femmina (dopo l’accoppiamento) depone le uova che schiudono in meno di 24 h – lo sviluppo larvale dura cica 5-6 gg e la schiusa delle pupe in 6-7 gg. Il ciclo completo si conclude alla temperatura di 25°C a una quindicina di giorni che diventano circa 50gg a 16°C e, invece, si riducono a 9 gg a 35°C. In linea teorica si possono avere dalle 10 alle 15 generazioni all’anno. Quanto dura la vita di una mosca adulta: circa un mese. Le mosche svernano nelle nostre latitudini come insetti adulti che istintivamente trovano rifugio in micro habitat riparati dal freddo.

M. sorbens particolarmente diffusa nell’Italia insulare (si riproduce nello sterco umano e suino e che, nella fase adulta, predilige nutrirsi delle secrezioni fisiologiche degli occhi, delle narici e della bocca anche degli esseri umani).

Fannia canicularis e Fannia scalaris che presentano un volo circolare soprattutto negli androni degli edifici.

Musca autumnalis molto simile a quella domestica ma, come dice il nome, si presenta nella tarda estate e in autunno.

MOSCHE SUB DOMESTICHE ERRANTI

Sarcophaga carnaria il moscone grigio, riesce a percepire la carne in putrefazione a distanze superiori al chilometro.

Calliphora vomitoria il moscone blu della carne.

Lucilia sericata è il moscone verde.

Muscina stabulans si trovano spesso negli allevamenti e nei bagni esterni.

DITTERI SUB DOMESTICI SEDENTARI

Drosophila melanogaster è il moscerino della frutta.

Piophila casearia le cui larve infestano il formaggio, i salumi (in particolare il prosciutto crudo), il pesce affumicato o salato e le carogne (ad esempio piccioni e ratti).

MOSCHE DEL BESTIAME

Stomoxis calcitrans è la cosiddetta mosca pungente

Hippoboscidae equina è la mosca cavallina ectoparassita ematofago di vari mammiferi.

MOSCHE DEGLI IMMONDEZZAI

Ophyra leucostoma mosca delle discariche e degli immondezzai.

MOSCHE ALIENE A GENOVA

Synthesiomyia nudiseta, detta mosca cinese, si ipotizza giunta in Italia a bordo di alcune navi; particolarmente studiata dagli entomologi forensi per la sua necrofagia.

Naturalmente nel sistema urbano assai complesso per tipologie ambientali e substrati di ovo-deposizione e di pablum alimentari le infestazioni appaiono miste con una prevalenza delle mosche domestiche.
NOTA: Musca autumnalis, Mosche del bestiame, Mosche degli immondezzai, Mosche aliene a Genova sono le specie aggiunte a quelle menzionate nel testo citato.

TERZA FASE: MONITORAGGIO e LOTTA MIRATA

Da quanto esposto si evince l’estensione e alcune caratteristiche del territorio comunale e anche che il termine “mosche” racchiude un non trascurabile numero di specie ognuna con un biotopo diverso di ovo-deposizione, sviluppo larvale a cui potremmo aggiungere che la mosca domestica può raggiungere una velocità max. stimata di 8 km/h (più veloci i mosconi) e percorrere distanze anche di alcuni chilometri, oltre tutto i voli sono favoriti dal clima ventoso di Genova.

Le tecniche di monitoraggio le possiamo riassumere in trappole alimentari, basi e fili collanti, interviste e ispezioni oltre a un’analisi cartografica del territorio letta da persone con una esperienza di prima linea del territorio. L’obiettivo è l’identificazione delle specie presenti la stima numerica specie per specie (almeno delle principali) e quindi predisporre un piano di intervento mirato.

In linea generale possiamo riassumere la lotta alle mosche in ambiente urbano in:

– Divulgazione dei comportamenti virtuosi della cittadinanza

– Ordinanze atte a far sì che le attività industriali, commerciali e zootecniche pongano in atto interventi di controllo

– Verifica critica della gestione dei rifiuti

– Bonifiche ambientali

– Lotta larvicida

– Lotta adulticida (residuale e/o abbattente)

– Lancio di parassitoidi

– Basi e fili collanti e trappolaggi

Va da sé che alcune voci si adattano al territorio e altre siano applicabili solo in contesti di minor estensione se non addirittura in spazi confinati.

QUARTA FASE: COSA ABBIAMO TRASCURATO

Premesso che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Una domanda mi sembra legittima… ma abbiamo quantificato il problema?

Ragion per cui consapevoli che, in alcuni casi, i media amplificano allarmi di per sé circoscritti si rende necessaria una verifica oggettiva delle segnalazioni; tenendo conto anche che il fenomeno potrebbe avere uno sviluppo transitorio e non riproporsi.

 

IPOTESI AVANZATE DESUNTE DAL WEB
IPOTESI CONSIDERAZIONI
Prolungamento climatico dell’estate Vero è che è uno status comune ad altre città che però non segnalano lo stesso abnorme problema
Alti tassi di umidità =
Presenza di ristagni d’acqua Condizione favorenti le zanzare più che le mosche in genere
Rifiuti abbandonati Difficile pensare che Genova stia peggio di tante altre città.
Assenza di predatori insettivori Condizione condivisa dalla quasi totalità del sistema urbano nazionale
Migrazioni degli uccelli insettivori I balestrucci e le rondini hanno iniziato le loro migrazioni secondo un calendario prestabilito mentre le “mosche” sono rimaste.

Il numero di pipistrelli è in diminuzione

Carogne di ratti, piccioni, gabbiani e persino cinghiali Il che dovrebbe essere sottolineato da un aumento significativo dei mosconi
Insofferenza dilagante Effetto domino dovuto ai numerosi allarmi, ad esempio, di specie aliene, diffusione dei cinghiali e infezioni virali

 



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