Luoghi sensibili a cui viene dedicata l’attenzione dai designer e dai progettisti. Locali raffinati negli hotel prestigiosi, pratici e funzionali in ogni luogo di lavoro.
Denominatore comune: un’impeccabile igiene
Marie Delorme
Ambienti sensibili, i locali dedicati ai bagni. Sono proprio quelli in cui l’apparenza e la sostanza devono essere declinate insieme: non è sufficiente una percezione di ordine, freschezza e pulizia, ‘deve’ esserci igiene sicura, grazie a un approccio metodico e preciso, che in primo luogo combatta la contaminazione crociata. È lo sporco invisibile, il vero nemico: si può anche rimuovere lo sporco che si nota, ma se non si elimina la possibilità di proliferazione dei germi, il risultato sarà meno che soddisfacente.
Un bagno utilizzato da molte persone ha molti punti critici: per ottenere ottimi risultati di igiene – e di sicurezza che ne deriva – si deve agire con precisione e metodo. Seguiamo la linea di interventi indicata per questi ambienti dal CTIP (Centre Technique International Hygiène Propreté).
La manutenzione dei sanitari comporta due tappe:
• la pulizia (il risultato visivo e olfattivo deve essere constatato immediatamente)
• la decontaminazione: l’obiettivo è, ovviamente, avere un livello corretto di igiene ma, poiché non si può constatare immediatamente, è necessario appoggiarsi a un protocollo validato, un piano qualità che assicuri l’applicazione del protocollo, controlli microbiologici periodici (con un protocollo di antiscivolo. Per evitare il rischio di slittamento è opportuno vietare l’accesso del locale fino all’asciugatura totale (e indicare il sanitario più vicino). Inoltre, si va a contatto con zone contaminate organicamente, quindi i dispositivi di protezione (DPI) comprendono guanti adatti, eventuali strumenti per l’utilizzo a distanza (pinze). E, importante proprio per la sicurezza, si deve procedere, quando è necessario, a un accurato e preciso lavaggio delle mani. Attenzione anche alla manipolazione dei prodotti: è necessario sapere leggere un’etichetta (conoscere quindi i pittogrammi) e, possiamo aggiungere, è sempre doveroso farlo. A questo si aggiunge la prelievo chiaramente definito).
Al lavoro!
Consideriamo tre punti cardine, di cui si deve tener conto:
1. la sicurezza e l’ergonomia dell’operatore
2. l’ordine delle operazioni
3. i metodi
Prima di entrare nel dettaglio, bisogna ricordare che si possono dare indicazioni, aiuti, ma se non c’è un serio programma di formazione del personale, il lavoro non ha possibilità di essere soddisfacente ed efficace. Per il primo punto, c’è da considerare che si lavora in un ambiente bagnato, perciò sono necessarie le calzature antiscivolo. Per evitare il rischio di slittamento è opportuno vietare l’accesso del locale fino all’asciugatura totale (e indicare il sanitario più vicino). Inoltre, si va a contatto con zone contaminate organicamente, quindi i dispositivi di protezione (DPI) comprendono guanti adatti, eventuali strumenti per l’utilizzo a distanza (pinze). E, importante proprio per la sicurezza, si deve procedere, quando è necessario, a un accurato e preciso lavaggio delle mani. Attenzione anche alla manipolazione dei prodotti: è necessario sapere leggere un’etichetta (conoscere quindi i pittogrammi) e, possiamo aggiungere, è sempre doveroso farlo. A questo si aggiunge la conoscenza delle procedure per eliminare i rifiuti.
L’ordine delle operazioni è importante, deve essere stabilito e rispettato tenendo conto di certi principi:
– alcune reazioni chimiche o biochimiche – come la decalcificazione – sono a velocità (cinetica) lenta
– per i metodi che utilizzano dei tessuti di lavaggio o di asciugatura, prevedere lo stoccaggio a parte dei tessuti contaminati, la loro pulizia e decontaminazione. Bisogna utilizzare i codici colore
– con una stessa attrezzatura, cominciare dal meno sporco verso il più sporco
– terminare con la pulizia del pavimento e della zona vicino all’uscita (il carrello deve essere collocato nel corridoio esterno). Quanto al metodo, non esistono sistemi universali: i diversi fornitori possono proporre metodi differenti: ciò che è importante è rispettare i principi definiti in precedenza.
La sequenza delle operazioni
1. Verificare la disponibilità tecnica del materiale e preparare il lavoro
2. Tirare lo sciacquone. Applicare il prodotto disincrostante nelle zone in cui è necessario (tazza, orinatoi… )
3. Pulire i lavabi e gli elementi (specchi, rubinetterie, distributori…)
4. Vuotare i cestini portarifiuti e disinfettarli periodicamente
5. Riprendere la pulizia delle tazze e degli orinatoi
6. Procedere alla disinfezione (secondo periodicità da definirsi) di:
• dispenser (di sapone, di salviette… )
• rubinetteria
• maniglie delle porte
• tazza del wc (sedile del water, interno ed esterno…)
7. Riempire i differenti dispenser
8. Verificare la necessità di realizzare una scopatura a umido del pavimento.
9. Lavare il pavimento con un prodotto detergente e, periodicamente, con un disinfettante.
10. Deodorizzare box
ELEMENTI IMPORTANTI
DA PULIRE E IGIENIZZARE
• maniglia della porta
• pavimento
• sedile del water
• pulsante dell’acqua
• cestino dei rifiuti
• rubinetti
• dispenser di sapone
• dispenser di asciugamani
La frequenza
• minimo 1 volta al giorno (poi secondo gli standard)
DA CONOSCERE
• la contaminazione crociata
Nelle operazioni di pulizia dedicare particolare attenzione alle zone che vengono toccate da più persone. Utilizzare panni di colore differente secondo le zone (codice colore).
• lasciare agire i prodotti
Le reazioni chimiche non avvengono immediatamente: i prodotti hanno bisogno di tempo per agire. Dopo aver spruzzato (o versato) il prodotto, attendere 5 minuti, pulire, asportare o risciacquare.
• non mescolare i prodotti
L’unione di un detergente e di un disinfettante diminuisce l’attività dei due prodotti (non la somma!). Inoltre, mescolare i prodotti può essere pericoloso: ad esempio, un disincrostante (a base di acido cloridrico) unito a candeggina porta alla liberazione di gas di cloro in grado di provocare gravissimi danni (fino all’edema polmonare).
• disincrostare la rubinetteria
Usare solo prodotti idonei, non corrosivi. Sciacquare abbondantemente
• aerare il locale
Spesso l’aria negli ambienti chiusi è più inquinata di quella esterna. Bisogna approfittare del tempo dedicato alla pulizia per aerare i locali (apertura delle porte e delle finestre, se è possibile).
• gli asciugamani
Gli asciugamani di carta, a perdere, risultano i più igienici (qui il dibattito è molto aperto… ndt)
• rispettare l’ordine delle operazioni di pulizia
• andare dal meno sporco verso il più sporco
(Cleaning Community Magazine, n. 1 – 2014)