Si è chiuso a Ferrara, dopo sei anni, il primo grado di un processo che vedeva imputati anche alcuni funzionari e dirigenti di cooperative di costruzione accusati di non avere realizzato a regola d’arte le opere del nuovo ospedale Sant’Anna di Cona e di avere chiesto varianti per aumentare i guadagni in corso d’opera.
Tutti assolti: le varianti erano necessarie, le opere murarie sono fatte come si deve e dureranno cent’anni.
“Come già è accaduto per Giovanni Errani, ieri è toccato a cooperatori di alcune delle più importanti aziende di costruzioni della regione di venire assolti da accuse infamanti. Me ne rallegro – commenta il presidente di Legacoop Emilia-Romagna, Giovanni Monti – ma sei anni sulla graticola sono tanti e i colpi reputazionali inferti alla cooperazione pesanti. Come per Errani, mi chiedo chi ripagherà di questi danni persone e imprese”.
“Leggo oggi – prosegue Monti – a proposito della vicenda CPL Concordia che, oltre ai singoli già inquisiti, si vorrebbe sanzionare la cooperativa e i suoi 1.800 addetti. È un’idea che nessuno che abbia a cuore occupazione e reddito di chi lavora, dell’indotto, delle famiglie, può condividere e che non fa i conti con la natura giuridica delle cooperative. Soprattutto, c’è da chiedersi, visto che si è ancora nella fase inquirente, cosa accadrebbe se provvedimenti di quel tipo venissero assunti, ad esempio escludendo CPL dalla white list, e quelle accuse non passassero poi il vaglio del giudizio. Ci si rammaricherebbe di avere fatto chiudere ingiustamente i battenti a un’azienda?”.