I numeri della Chimica in Italia e nel mondo

logo federchimica 3L’industria chimica è pronta a ripartire e a trainare la ripresa, come modello di sviluppo e fornitore di soluzioni irrinunciabili per l’innovazione tecnologica”. Così Cesare Puccioni, rieletto lunedì 23 giugno presidente degli industriali chimici fino al 2017, nel corso dell’assemblea annuale di Federchimica. Secondo Puccioni l’industria chimica: “possiede un incredibile patrimonio di imprenditorialità, tecnologia, risorse umane, creatività, e ha resistito tenacemente alla crisi”.
Di seguito, in sintesi, riportiamo i dati presentati nella nota congiunturale di Federchimica nel corso dell’assemblea.
La produzione chimica in Italia mostra un consistente rialzo (+2,9% nel primo quadrimestre su base annua) e conferma un andamento più favorevole rispetto alla media manifatturiera nazionale (+1,6%).
Finalmente la domanda interna di chimica offre i primi spunti di crescita, +1% in volume, ma il ritmo rimane complessivamente lento e non mostra chiari segnali di accelerazione. Tra i principali clienti, non si arresta la caduta delle costruzioni e i consumi finali rimangono deboli.
L’export chimico italiano si conferma in espansione (+4% in volume, +1,5% in valore) e spicca la performance della chimica fine e specialistica in crescita del 4,5% in valore dopo il risultato già brillante dello scorso anno (+3,7%). Dal 2007 l’export è cresciuto a un ritmo doppio rispetto alla media industriale (+14% contro +7%), portando la chimica ad affermarsi quale secondo settore esportatore italiano dopo la meccanica.
Si prevede che, dopo il marcato recupero di inizio d’anno amplificato dalla ricostituzione delle scorte, la produzione chimica in Italia proseguirà la risalita e chiuderà il 2014 con una crescita pari al 2% circa dopo il -1,8% dello scorso anno. Potrà così lasciarsi alle spalle la fase più dura della recessione le cui conseguenze continueranno, tuttavia, a farsi sentire soprattutto per le imprese chimiche dipendenti dal mercato interno. La crisi ha comportato la chiusura di migliaia di imprese clienti e il definitivo ridimensionamento di importanti settori utilizzatori italiani con alcuni strascichi ancora in corso.
Il settore chimico è riuscito complessivamente a tenere – come testimonia l’incidenza delle sofferenze sui prestiti bancari più bassa di tutto il panorama industriale italiano (5,5%) – allo stesso tempo rinnovandosi e cambiando pelle. Un nucleo consistente di imprese si va emancipando dal mercato domestico, spesso poco dinamico e remunerativo: il 37% deriva oltre la metà del fatturato dalle esportazioni e oltre 130 possiedono stabilimenti produttivi all’estero.

Il mondo in breve
– La domanda mondiale di chimica si mostra in buona espansione nel 2014 (+4,8% in volume nei primi 4 mesi) e lascia alle spalle la fase di debolezza che aveva caratterizzato il 2012 e la prima metà del 2013.
– La chimica asiatica evidenzia un tono più positivo, con la Cina (primo produttore mondiale di chimica) che torna su tassi di crescita a due cifre. Gli USA – dopo la buona performance del 2013 (+3%) – a inizio 2014 hanno visto una fase di rallentamento (+1,1%) solo temporanea, già superata nei mesi più recenti e dettata da condizioni metereologiche avverse. Rimane, invece, debole l’area sud-americana.
– La ripresa della produzione chimica europea – +2.8% nel primo quadrimestre – rappresenta il principale elemento di novità, dopo la contrazione del 2012 cui ha fatto seguito la sostanziale stagnazione dello scorso anno. La crescita riflette essenzialmente la ripartenza della domanda europea – diffusa alla gran parte dei settori clienti – e amplificata dal ripristino delle scorte.
– Ridimensiona il quadro complessivamente positivo per la chimica europea il protrarsi della contrazione nella petrolchimica legato, in parte, alla chiusura di impianti. In una prospettiva di medio termine, una politica energetica meno penalizzante è essenziale per mitigare il vantaggio di costo a favore della chimica americana derivante dallo shale gas, soprattutto in alcune produzioni a monte.

L’Italia in breve
– La produzione chimica in Italia mostra un consistente rialzo, +2,9% nel primo quadrimestre. L’andamento recente è in linea con la media europea, ma si associa a livelli di attività meno soddisfacenti perché in Italia la seconda ondata recessiva è stata più grave e prolungata, segnando 3 anni consecutivi di calo imputabili essenzialmente al crollo del mercato interno.
– Finalmente la domanda interna di chimica offre i primi spunti di crescita, +1% in volume nel primo quadrimestre, ma il ritmo rimane complessivamente lento e non mostra chiari segnali di accelerazione. Tra i principali clienti, il settore auto mostra un significativo recupero mentre non si arresta la caduta nelle costruzioni nonostante l’andamento positivo delle ristrutturazioni e degli interventi di riqualificazione energetica. I consumi finali, in particolare di detergenti, rimangono deboli.
– L’export chimico italiano si conferma in espansione, +1,5% in valore nel primo quadrimestre, trainato da volumi in crescita di oltre il 4% in presenza di prezzi cedenti per effetto del calo del costo delle materie prime. Spicca la performance della chimica fine e specialistica con una crescita del 4,5% in valore dopo il già brillante +3,7% dello scorso anno (a fronte del -2% della chimica di base).
– La chimica italiana si avvantaggia della ripresa del mercato europeo (+3% in valore), principale area di destinazione dell’export con una quota superiore al 60%. Tra i principali mercati europei, si segnalano in positivo le esportazioni verso Spagna (+6%), Paesi Bassi (+9%), Polonia (+5%) e Romania (+13%) mentre – in controtendenza – arretra la Francia (-4%).
– Le vendite sui mercati extra-europei risultano meno brillanti (-1% in valore). La contrazione di alcuni mercati emergenti (Russia -5%, Egitto -16%, Israele -12%) condiziona l’andamento complessivo, pur in presenza di importanti mercati in rafforzamento (USA +4%, Cina +3%, Brasile +5%, India +6%).
– Dopo la temporanea correzione di marzo-aprile che ha mitigato il marcato recupero di inizio d’anno amplificato dalla ricostituzione delle scorte, la produzione chimica in Italia è attesa proseguire la risalita e chiudere il 2014 con una crescita pari al 2% circa (dopo il -1,8% del 2013) in presenza di esportazioni e domanda interna in progressivo miglioramento.
– Dinnanzi a vendite interne che hanno perso oltre il 20% rispetto al 2007, solo una crescita dell’export ad un ritmo doppio rispetto alla media industriale (+14% contro +7%) ha consentito di limitare al 7% la caduta del valore della produzione e contenere la perdita di occupati al 10% a fronte del -14% dell’industria manifatturiera nel suo complesso.
– La chimica vanta la più elevata quota di imprese esportatrici (54%) dopo la farmaceutica e, nel 2013, si è affermata quale secondo settore esportatore italiano dopo la meccanica (25 miliardi di euro che diventano 28 includendo i principi attivi e gli intermedi per farmaci). Un nucleo consistente di imprese si sta emancipando dal mercato domestico, spesso poco dinamico e remunerativo: il 37% deriva oltre la metà del fatturato dall’export e oltre 130 sono presenti all’estero con propri stabilimenti produttivi.

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Fonte: Chimica & oltre, webmagazine di Federchimica
Per informazioni: Direzione Analisi Economiche-Internazionalizzazione di Federchimica: aei@federchimica.it
www.federchimica.it



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