È stato presentato a Roma per l’ottavo anno consecutivo il rapporto “L’Italia del Riciclo”, l’unico studio annuale sul riciclo dei rifiuti nel nostro Paese. Un’analisi che rappresenta una delle fonti a cui la Commissione europea fa riferimento per analizzare lo stato di evoluzione delle politiche di sostenibilità ambientali in Italia.
Il lavoro è stato promosso e realizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e da FISE Unire, l’associazione che rappresenta le aziende del recupero dei rifiuti. Dalla ricerca è emerso che l’industria del nostro paese del riciclo continua a crescere: sono stati trattati quantitativi sempre maggiori di rifiuti provenienti da raccolte differenziate.
L’Italia così raggiunge dei livelli di eccellenza nel settore del riciclaggio dei rifiuti. E i risultati sono notevoli: nel 2016 è stata raggiunta la quota di 8,4 milioni di tonnellate di imballaggi avviate a riciclo, il 3% in più rispetto al 2015; i dati migliori sono stati riscontrati nelle filiere di alluminio, acciaio e legno.
Sono rimasti stabili invece quelli relativi alla carta (80%) e all’acciaio (77,5%); per quanto riguarda i rifiuti organici, che rappresentano la parte principale dei rifiuti che vengono riciclati, anche qui è stato registrato un aumento di percentuale: dal 40% del 2011 si è passati al 41,2% nel 2016, raggiungendo i 107,6 kg per abitante.
Confermata, ancora, l’eccellenza italiana degli oli minerali usati con oltre il 99% degli oli gestiti avviati a rigenerazione; cresce anche la raccolta degli oli vegetali esausti che tocca le 65 mila tonnellate. Il campo dei rifiuti tessili, pur essendo molto giovane, ha fatto registrare dei risultati positivi con il 73% dei Comuni che ha effettuato il servizio di raccolta differenziata: in questo settore vi è stato un aumento del 3,3% rispetto al 2015.
L’industria del riciclo nel 2015 ha prodotto 12,6 miliardi di euro di valore aggiunto, equivalenti a circa l’1% dell’intero PIL.