Si è parlato del ruolo delle imprese di servizi, il 15 giugno, al Circolo della Stampa di Milano, nel corso della presentazione di LiFE Book 2015, il volume dedicato all’evento – il primo e unico pubblico dedicato al settore del Facility Management italiano – che si è svolto a Milano il 30 novembre e il 1 dicembre 2015. LiFE Book è stato promosso da ANIP, l’Associazione Nazionale delle Imprese di Pulizia e Servizi Integrati aderente a Confindustria, che rappresenta il comparto delle imprese che erogano attività di pulizia e multi servizi e pubblicato da Edicom. Hanno partecipato Lorenzo Mattioli, Presidente Anip, l’on. Laura Ravetto, I Commissione permanente Affari Costituzionali, Stefano Parisi, candidato sindaco di Milano. Moderatore Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo Radio 24 – Il Sole24ore.
Nel libro sono raccolte le testimonianze e gli interventi che hanno avuto corso durante la due giorni dedicata a questo comparto, quello del FM, il complesso di attività economico-produttive collegate alla gestione e valorizzazione dei patrimoni immobiliari e urbani pubblici (manutenzione, pulizia, igiene ambientale, energia, security, logistica etc.) che oggi conta 2,5 milioni di occupati e sviluppa un fatturato potenziale di 135 miliardi. Un settore che, nonostante la sua importanza e la sua attività fondamentale per il benessere e la salute pubblica non ha ancora la visibilità che merita. La sfida dell’evento LiFE è stata quella di prendere consapevolezza del ruolo che svolge e costruire una nuova identità di un comparto produttivo che comprende attività anche molto diverse tra loro ma che hanno una stessa ‘dimensione funzionale’: manutenzione, pulizia, igiene ambientale, security, logistica, energia… E il libro raccoglie ciò testi e immagini, interventi e testimonianze di chi ha partecipato ed è stato coinvolto in prima persona nel delineare una ‘carta d’identità’ e rivendicare un ruolo per tutti coloro che operano nel comparto.
Un settore che si riconosce
Dopo il saluto di Lorenzo Mattioli, presidente Anip, l’Associazione Nazionale delle Imprese di pulizia e Servizi Integrati, il moderatore Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo Radio 24 – Il Sole24ore, ha sottolineato come nell’evento LiFE 2015 sia emersa e definita l’identità del settore, spesso poco delineata e sottostimata dagli stessi operatori e la necessità di uscire dall’autoreferenzialità facendo ogni sforzo per fare comprendere alle istituzioni e al pubblico il ruolo cardine che il settore ricopre nella società. Uscire dai propri confini: questo è il ruolo di LiFE e di Confindustria, e altra cosa è la necessità per il legislatore e l’esecutivo della necessità della rappresentazione di un settore che è molto importante ma che è sottovalutato (e spesso considerato con un po’ di vergogna anche dagli stessi addetti). Da considerare che il settore del FM è spesso la prima porta d’accesso per l’integrazione, di aiuto per la gestione del flusso di migranti: è, infatti, il primo interlocutore legale: e questo è un aspetto su cui dover riflettere. A parlare per le istituzioni c’era Laura Ravetto, deputata di Forza Italia, componente della I Commissione permanente Affari Costituzionali, che ha confermato la poca visibilità del settore dei servizi e come Mattioli abbia avuto un grande ruolo nel portarlo a conoscenza alle istituzioni pubbliche. Anche perché è proprio il settore dei servizi ad avere un peso fondamentale anche sul tema migranti, in quanto è il primo passo per creare flussi regolari: l’integrazione passa da qui, dal lavoro. In Italia arrivano 111.000 migranti, il 13% è recepito dalla Lombardia e il circuito dell’accoglienza, a causa delle lentezze burocratiche, non è un fattore di integrazione, ma di sospensione, perché chi arriva, in attesa degli accertamenti per avere il titolo di essere accolti o no, rimane inattivo, con disagio per sé e per gli altri. Per risolvere il problema è quindi necessario agire sia sulla snellezza della procedura per l’accoglienza sia sulla considerazione che un flusso regolare è necessario alla nostra attività. Per il primo aspetto – secondo Ravetto – è necessario velocizzare l’iter delle commissioni territoriali, gli organismi deputati alla decisione se il soggetto rientri nelle categorie che possono avere diritto di soggiorno o sia considerato un clandestino. Le commissioni sono pochissime: sono state raddoppiate e i tempi d’attesa si sono ridotti: da quasi 1 anno a 4-5 mesi, e sono collegiali, anche con la presenza dell’UNHCR, ma non è sufficiente, perché il sistema si blocca in fase di ricorso, perché questo viene portato davanti ai tribunali ordinari, e si conoscono (o, meglio, non si conoscono) i tempi… Ravetto è stata firmataria di una mozione, che è stata sottoscritta da tutto il Parlamento, che chiede sezioni specializzate dei tribunali per occuparsi dello specifico problema (come avviene in tutta Europa).
“Una voce poco fa… “
Fare sentire la propria voce è determinante e Lorenzo Mattioli, a proposito di LiFE, racconta come si sia sentita la forte necessità di raccontare a un pubblico vasto il mondo dei servizi. Anche perché, purtroppo, è molto diffusa l’idea che questo settore sia in mano alla malavita organizzata (sempre perché ‘fa più rumore l’albero che cade della foresta che cresce’) ed è necessario che sia fatta chiarezza e sia portata a conoscenza di tutti qual è la realtà del comparto. Un comparto finora ‘invisibile’, neppure ben chiaro nella sua definizione. Il sociologo Francesco Alberoni, intervenendo a LiFE 2015, a questo proposito, l’aveva definito “un atto fondativo”. E proponeva la definizione: “servizi per la vita,” perché permette una comunicazione più diretta verso il nostro pubblico”. Un tema caldo e attuale è il Codice Appalti, e purtroppo, secondo Mattioli, vincerà ancora chi farà l’offerta al massimo ribasso. Inoltre, non c’è stata la riduzione delle stazioni appaltanti, anche per il disaccordo con l’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani. La realtà tuttavia è che oggi molte stazioni sono bloccate perché non sanno che tipo di gare devono fare: il codice Appalti non è chiaro e completo e nella confusione è più facile che sia favorito chi non vuole regole. Stefano Parisi, candidato sindaco di Milano per il centrodestra e direttore generale di Confindustria nel 2000, rifacendosi a quella esperienza si dichiara convinto della necessità di rinnovare un modello, per una politica vicina alla realtà. In Italia c’è necessità bisogno di un rapporto con il mondo dei servizi che, per esempio, sia all’altezza di una città metropolitana come Milano. La logica degli appalti al massimo ribasso ha lasciato tante aree di opacità: se rifiuta questa logica, la domanda pubblica può generare l’offerta, ragionando in termini diversi, per esempio sul lungo periodo e non più sulla prestazione ma sulla performance e sul controllo dei servizi erogati. Nella gestione complessiva dei servizi, di cui una città e un’amministrazione si fa carico, una grande capacità organizzativa e innovativa delle aziende può dare una risposta certa in termini di tempo e di qualità. Parisi quindi ribadisce la convinzione a interloquire col settore del Facility direttamente attraverso le imprese e le industrie, superando la logica della mera prestazione e investendo sul know how del settore. “Accogliamo con favore questa proposta – ha commentato Lorenzo Mattioli – perché è l’unica in grado di garantire qualità ed efficacia ai servizi pubblici, in una logica moderna di competizione tra imprese con una nuova attenzione, almeno per il nostro Paese, alla soddisfazione del cittadino consumatore finale, che riteniamo debba essere il vero giudice della qualità dei servizi erogati dalla Pubblica Amministrazione tramite le nostre Aziende”.
In attesa di LiFE 2016
Michele Russo, di Mirus, l’agenzia di comunicazione che ha studiato per Anip il nuovo brand e nuovo sito web, ha voluto sottolineare come LiFE, oltre l’acronimo di Labour intensive Facility Event, significhi anche ‘vita’, una dichiarazione di intenti che apre a tutte le altre realtà invitate a entrare a far parte di questa discussione. Nei tavoli da lavoro e negli interventi della prossima edizione di LiFE, che si svolgerà in autunno, a Milano, il settore rivendicherà un ruolo da protagonista nello sviluppo economico del Paese: una novità sarà anche l’ampliamento dell’offerta delle imprese di Facility per gestire il settore dei beni culturali: “Siamo noi più di altri – ha concluso Lorenzo Mattioli – in pole position per favorire il rilancio dell’industria turistico-culturale attraverso una nuova, moderna, efficace ed efficiente gestione dei beni culturali”.
Chiara Merlini