Lavoro notturno e fatica, salute a rischio

di Michele Corsini

Garantire e rispettare le regole sulla salute e sicurezza sul lavoro è un principio che ormai dovrebbe essere acquisito. Dalla Legge 626/94*al Decreto Legislativo n.81, il ‘Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro’ si è ampliata la visione e l’approfondimento di questi temi alle nuove attività lavorative, allo, sviluppo tecnologico, e alla necessità di adeguarsi alle recenti problematiche.

Un ‘work in progress’, seguendo i tempi.  Ma il punto cruciale per la realizzazione delle misure è umano: esiste la reale volontà di mettere in pratica ciò che la legge prevede? Semplicemente, capiamo se c’è il senso della responsabilità, da parte di entrambe le parti in causa, datore di lavoro e lavoratore di impegnarsi veramente in questo senso.

Uguali e diversi

Ogni lavoro ha il suo contesto, il suo ambiente, le persone che lo definiscono e che ne sono responsabili. Qui, in modo semplice, puntiamo un piccolo riflettore su un aspetto del tema salute e sicurezza che riguarda il mondo del cleaning: il lavoro notturno.

Orari diversi e turni sono parte integrante di molti  lavori, tra cui quello degli operatori sanitari e di chi presta servizi di  pulizia professionale. Si parla molto – a proposito di questo lavoro – dei Disturbi Muscolo Scheletrici, le organizzazioni che si occupano della salute dei lavoratori li studiano, propongono Linee Guida, diffondono con tutti i mezzi a disposizione consigli per prevenire i DMS, inquadrando il problema nei differenti aspetti.

Un po’ diversa è l’attenzione a ciò che lavorare di notte comporta, cioè svolgere un’attività in un orario a cui il corpo umano, per sua natura, non è predisposto. Nella nostra società i lunghi orari e i turni irregolari di lavoro sono comuni, ogni lavoro ha degli aspetti che – se non ben controllati – causano un affaticamento maggiore del previsto, con possibili forti conseguenze negative sulla salute. E un orario di lavoro nelle ore notturne lo possono causare.

Perché la fatica è un indicatore importante?

 La fatica è il segnale d’allarme che il corpo invia per dire di rallentare e fermarsi, per evitare guai, fisici e mentali.

Lunghe ore di lavoro e turni prolungati e irregolari possono essere stressanti fisicamente, mentalmente ed emotivamente. Il corpo opera su un ritmo circadiano sonno/veglia, che è un ritmo fisiologico caratterizzato da un periodo circadiano di circa 24 ore (circadiano, termine di Franz Helberg, scienziato e uno dei fondatori della moderna cronobiologia, dal latino circa diem: “intorno al giorno”). Ed è programmato per dormire durante le ore notturne.

Se si modifica questo ritmo, dicono gli esperti, c’è una desincronizzazione tra ritmi impostati su un turno di giorno e il nuovo ciclo del lavoro notturno,  favorita da condizioni ambientali che non aiutano il sonno: la luce del giorno durante il riposo, la temperatura più alta di quella notturna, un livello di rumore più elevato…

Il lavoro di pulizia spesso si svolge negli ambienti quando le attività core business di un’azienda sono cessate (ecco i ‘lavoratori ‘invisibili’): quando l’orario non coincide con le ore diurne porta con sé conseguenze sul fisico, che comportano fatica e stress e sono state indagate e studiate attentamente da diverse angolazioni.

L’affaticamento, secondo una ricerca del CDC, Center Desease Control and Prevention, porta a un aumento del rischio di malattie e infortuni, più del 18% durante i turni serali e  maggiori del 30% durante i turni notturni rispetto a quelli diurni. Una ricerca dell’OSHA, l’Organizzazione mondiale per la salute e la sicurezza dei lavoratori, indica che lavorare 12 ore al giorno si associa a un aumento del rischio di lesioni del 37%.

Non consola affatto – anche si dice che mal comune è mezzo gaudio – sapere che il problema è condiviso da molti Paesi (negli USA ad esempio quasi 15 milioni lavorano a tempo pieno su turni serali, notturni, a rotazione o altri turni irregolari).

La vita sociale

In aggiunta alle relazioni sociali a livello personale vanno considerati i rapporti umani in senso esteso. rilevata i una ‘disconnessione’ sul posto di lavoro. Il lavoratore notturno è in un ambiente in cui co sono meno persone, ha meno possibilità – in caso di necessità – di ‘parlare’ con gli uffici del personale, cha hanno un orario diurno e per partecipare a riunioni del personale, per esempio, deve rinunciare alle ore di riposo. Il turno di notte può creare una situazione disagiata, che va dall’isolamento sociale a un sonno non ‘naturale’, è difficile un sonno REM (che ristora) adeguato e questo ha un impatto negativo sul benessere emotivo e fisico di chi lavora. In UK, la Sleep Foundation afferma che i turnisti corrono un rischio maggiore di errori sul lavoro e di incorrere in incidenti sia sul lavoro, sia durante la guida nel ritorno a casa. E non si parla di conseguenze fisiche da poco. Gli studi hanno dimostrato che la fatica è legata a problemi di salute come: Malattie cardiache;  Stomaco e problemi digestivi; Disturbi muscoloscheletrici; Problemi riproduttivi; Depressione; Alcuni tumori (mammella e prostata); Disturbi del sonno; Cattive abitudini alimentari/obesità; Peggioramento di malattie croniche esistenti come il diabete e l’epilessia. Un quadro certamente non confortante… **

Un problema condiviso

Già nel 2007 il Centro internazionale di ricerche sul cancro (IARC, Internation Agency for Research on Cancer) dell’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, aveva aggiunto il lavoro alla lista degli agenti ‘probabilmente cancerogeni’.

In Francia, i dati 2012 indicano la crescita del lavoro notturno, che riguardava 3,5 milioni di persone. L’Anses, Agenzia nazionale di sicurezza dell’alimentazione, dell’ambiente e del lavoro, su richiesta della CFTC, Confederazione francese dei lavoratori cristiani, nel 2016 ha condotto una “valutazione dei rischi sanitari per i professionisti esposti a orari di lavoro atipici, principalmente di notte”, analizzando 24 studi epidemiologici.

Le conclusioni: i rischi di disordini del sonno e di disordini metabolici sono riconosciuti veri ed esistono rischi ‘probabili’ di cancro, obesità, diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e turbe psichiche. L’aumento riguarda soprattutto il terziario: il 30% dei lavoratori dei servizi pubblici che lavorano di notte, e il 42% dei dipendenti delle società di servizi privati.

Cosa si può fare

Allora, bisogna abolire il lavoro di notte? L’Anses non è così drastica. Raccomanda, in primo luogo, di limitare il suo ricorsoalle situazioni che hanno bisogno per garantire i servizi di utilità sociale o la continuità delle attività economiche“. Che fornisce il resto, in termini analoghi, il codice del lavoro attuale.

Si deve cercare di ottimizzare l’organizzazione del lavoro notturno, per ridurre l’impatto sulla vita professionale e personale dei dipendenti. Perciò viene consigliato un inventario delle pratiche sul campo per proteggere i lavoratori notturni sanitari (durata massima del lavoro quotidiano, tempi di pausa, riposo minimo giornaliero, riposo compensativo …)”, per promuovere le best practice.

L’agenzia raccomanda anche di valutare i costi sociali connessi con il lavoro notturno (interruzioni del lavoro, malattie professionali, assenteismo a paragone dei potenziali benefici. E prospetta l’inclusione nell’elenco delle malattie professionali di malattie attribuibili al lavoro notturno.

E quanto alle abitudini personali, mantenere un sonno regolare, fare esercizio fisico e schemi alimentari sani e modificare le ore in cui non si dorme per sfruttare al meglio la vita domestica, familiare e sociale può aiutare ad alleviare alcuni, ma non tutti, i problemi del turno di notte, aggiungendo di evitare la caffeina e altri stimolanti.

Ma è soprattutto importante, per il cleaning professionale, dedicare attenzione al problema ‘codificando’ la sua importanza all’interno dei Contratti d’appalto dei servizi di pulizia.

Contratti d’appalto, l’attenzione alla qualità

Il lavoro notturno è citato anche tra le considerazioni per un Contratto basato sulla Qualità. Su questo pone l’accento EFCI, European Cleaning and Facility Services Industry, la voce dell’industria europea dei servizi di pulizia e di facility che riunisce 14 associazioni che rappresentano il settore a livello nazionale, che impiegano oltre 4,2 milioni di persone in più di 297.000 aziende.

Nel 2021 EFCI ha pubblicato “Le Raccomandazioni dell’EFCI per l’approvvigionamento basato sulla qualità dei servizi di pulizia”, una breve Guida che fornisce suggerimenti specifici per i committenti che vogliono impegnarsi per l’approvvigionamento basato sulla qualità, rispettando elevati standard sociali e promuovendo la sostenibilità e l’innovazione.

La Guida analizza l’importanza di selezionare i servizi di pulizia basandosi sulla qualità, evidenzia i punti chiave su cui basare le fasi della procedura di appalto pubblico (dalla pianificazione alla selezione, aggiudicazione e attuazione) sul principio del “miglior valore” piuttosto che il “prezzo più basso”.

Nei ‘Criteri di esecuzione’ spinge anche a inserire la pulizia diurna (vs quella notturna), considerando che mantenere la pulizia in queste ore nei criteri di esecuzione avrebbe conseguenze positive immediate sull’equilibrio vita-lavoro dei lavoratori e sul riconoscimento dei servizi da chi lavora o utilizza i locali in cui viene svolto il servizio.

Per avere risultati migliori, suggerisce che nel rinnovo del contratto dovrebbe essere condotto uno studio preventivo per valutare la possibilità di implementare la pulizia diurna secondo le necessità igieniche dell’ambiente.

* Dalla Legge 626/94, introdotta per abrogare le precedenti leggi in materia di sicurezza sul lavoro e recepire le normative europee sulla salute e sicurezza dei lavoratori. È da allora che è stato introdotto il Servizio di prevenzione e Protezione, la figura del Responsabile e il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza come tramite tra datore di lavoro e dipendenti. Il salto di qualità rispetto al precedente DPR 547/55 è stato che il datore di lavoro veniva ritenuto responsabile del miglioramento della sicurezza dei luoghi di lavoro e veniva di conseguenza obbligato a stilare un documento di valutazione dei rischi aziendali. Nel 2007 è risultato necessario rendere più attuale la normativa in materia e il 6 febbraio del 2008, Cesare Damiano, allora Ministro del Lavoro, firmò in accordo con i principali sindacati italiani (Cgli, Cisl, Uil), il Decreto Legislativo n.81, anche detto ‘Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro’. Punto di riferimento a cui sono seguiti gli aggiornamenti, su cui si è ampliata la visione e l’approfondimento di questi temi, con l’arrivo di nuove attività, sviluppo tecnologico, e la necessità di adeguarsi alle nuove problematiche.

** La diminuzione della vigilanza dovuta all’affaticamento del lavoratore è stato un fattore che ha contribuito a:

Disastri industriali come l’esplosione della raffineria petrolifera di Texas City BP nel 2005, l’incidente aereo di Colgan nel 2009, l’esplosione dello space shuttle Challenger e gli incidenti nucleari di Chernobyl e Three Mile Island.

–  Aumento dei problemi di sonno e del rischio di infortuni tra i dipendenti a tempo pieno in relazione al numero di ore lavorate a settimana.

Errori nella cura del paziente, aumento delle punture di aghi e dell’esposizione al sangue e ad altri fluidi corporei e aumento degli infortuni sul lavoro tra gli operatori sanitari.

Collegamenti diretti o indiretti all’aumento dei costi dovuti alla perdita di produttività, all’aumento dei costi per infortuni e malattie, all’aumento delle assenze dal lavoro per malattia e all’aumento dei costi di compensazione dei lavoratori.

– Un costo annuo stimato di 136,4 miliardi di dollari dovuto alla perdita di tempo di lavoro produttivo dovuto alla fatica e alla salute per i datori di lavoro

Fonte: National Institute for Occupational Safety and Health, Overtime and Extended Work Shifts: Recent Findings on Illnesses, Injuries and Health Behaviors.

Per saperne di più

https://www.ems1.com/health-wellness/articles/why-shift-work-is-unhealthy-and-dangerous-usXVXQX8AqfjtsKB/

https://work.chron.com/problems-night-shift-employees-22018.htmlhttps://www.osha.gov/worker-fatigue/hazards
Overtime and Extended Work Shifts: Recent Findings on Illnesses, Injuries and Health Behaviors. National Institute for Occupational Safety and Health

https://www.cdc.gov/
https://www.iarc.who.int/

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