Innovazione uguale crescita, crescita uguale sviluppo. Le imprese italiane che fanno di tutto per rimanere al passo con i tempi, possono conseguire aumenti di fatturato anche di 30 punti percentuali. Penalizzate invece quelle che non scelgono l’implementazione delle tecnologie digitali e che quindi rimangono ancorate ai vecchi sistemi. Parola d’ordine quindi: Innovazione tecnologica.
A confermarlo è il Rapporto Scenari industriali del Centro Studi Confindustria presentato a Roma l’8 novembre, in un seminario a cui ha preso parte anche il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda e il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia.
Nel rapporto emerge uno scenario italiano che premia l’industria che cerca di aggiornarsi in prodotto e processo sia per quanto riguarda il fatturato, sia per quanto riguarda la produttività e l’occupazione.
L’industria italiana sta crescendo, se pur lentamente (rimanendo settima nella classifica mondiale per l’espansione delle imprese) ma promette bene per il 2018: secondo Confindustria, le attese prospettano un’espansione del 4.1% per il 2017 e del 3.5% per il 2018. Un commercio mondiale partito comunque a buoni ritmi già dalla fine del 2016.
La crescita economica è avvenuta grazie all’autofinanziamento: questo dimostra come il mondo industriale stia cambiando a vista d’occhio e ad una velocità che non ha precedenti storici. Tutto ciò è possibile e, soprattutto, sarà possibile grazie alla tecnologia, che ha un impatto sul mondo del lavoro fortissimo.
Gli investimenti in innovazione tecnologica avranno e hanno già oggi un ruolo cruciale nel migliorare la capacità delle imprese ad aumentare il loro valore.
Ecco perché innovare è diventato il nuovo diktat per le imprese. Perché l’introduzione di innovazioni conduce le imprese a una migliore performance già nei tre anni successivi. Sia in termini di fatturato, sia di produttività e occupazione.
“L’innovazione per l’industria italiana è un must, una questione di vita o di morte. Gli investimenti in innovazione tecnologica hanno un ruolo cruciale nel migliorare la capacità delle imprese di aumentare il valore aggiunto” (dal Rapporto di Confindustria).