Il ‘Manifesto dei Servizi’

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Da FISE ANIP e dalle Associazioni di settore
richieste al Governo semplificazione e qualità
nelle gare d’appalto

Il comparto dei servizi di Facility Management per la gestione e la valorizzazione dei patrimoni immobiliari e urbani delle PA (manutenzione, pulizia, igiene ambientale, energia, security, logistica, ecc.) – cui appartengono migliaia di PMI e diversi grandi operatori – rappresenta un settore economico in continua e costante crescita (+ 10,4% nel solo 2012), con un impatto enorme in termini occupazionali (2,5 milioni di occupati potenziali).

Numeri importanti che potrebbero crescere ulteriormente se il Paese adottasse politiche ad hoc volte alla ‘riqualificazione’ del patrimonio pubblico esistente (un impegno concreto per il ‘green building‘ potrebbe generare 400.000 posti di lavoro e portare a un risparmio di 1,2mld l’anno di spesa di consumi energetici per la PA).

In relazione a questa sempre più importante filiera di mercato è nato il Manifesto del mercato dei servizi per i patrimoni immobiliari e urbani pubblici promosso dalle principali Associazioni del settore dei servizi di Facility Management – Afidamp, Assistal, Confcooperative, Fise Anip, Fnip, Legacoop Servizi – con il supporto scientifico di PATRIMONI PA net.

Attraverso il Manifesto le Associazioni chiedono al Governo e al Parlamento che il nuovo Codice degli Appalti, che scaturirà dal Disegno di Legge per il recepimento delle Direttive Europee sugli Appalti attualmente in discussione alla VIII Commissione del Senato, sia davvero lo strumento che sblocchi la situazione attuale, permettendo alle PA di manutenere, mettere in sicurezza e rendere efficiente il patrimonio immobiliare e urbano pubblico del nostroPaese.

Il nuovo Codice degli appalti – afferma Lorenzo Mattioli, portavoce del Tavolo delle Associazioni promotrici del Manifesto – dovrà riconoscere pari dignità al settore dei servizi e a quello dei lavori pubblici, entrambi essenziali per la ripresa del Paese. Al Governo chiediamo di rispondere ad esigenze trasversali e comuni: la semplificazione delle norme, la riduzione dei costi per le imprese nelle procedure di gara e un maggior riconoscimento della qualità rispetto al prezzo da parte delle stazioni appaltanti”.

Per Mattioli “I costi sociali ed economici che derivano da un taglio indiscriminato dei servizi per i patrimoni pubblici sono sicuramente maggiori rispetto all’ipotetico risparmio di risorse pubbliche. Le PA devono essere messe in condizione di gestire, manutenere e mettere in sicurezza gli edifici, le infrastrutture e il territorio”.

Il recepimento delle nuove Direttive Europee è un’opportunità da non sprecare e può essere l’occasione per rilanciare l’intero comparto dei servizi nel segno della legalità, della qualità della vita nelle città, della riduzione della spesa pubblica, della difesa dell’occupazione e della sicurezza sui luoghi di lavoro.



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