Gestione rifiuti: il Rapporto di ISPRA

ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ha diffuso il Rapporto Rifiuti Urbani 2020.

Un quadro di informazioni e analisi sulla produzione, raccolta differenziata, gestione dei rifiuti urbani e dei rifiuti di imballaggio, compreso l’import e export, a livello nazionale, regionale e provinciale.

I rifiuti urbani: la produzione

I rifiuti urbani prodotti in Italia nel 2019 sono circa 30 milioni di tonnellate, in lieve calo rispetto al 2018 dello 0,3% (-80 mila tonnellate). Incremento solo nel Nord Italia, con quasi 14,4 milioni di tonnellate di rifiuti, dello 0,5% rispetto al 2018, mentre è in calo al Centro (-0,2%) con circa 6,6 milioni di tonnellate evidenzia e al Sud (-1,5%) con 9,1 milioni di tonnellate.

Ogni cittadino italiano, in un anno, ha prodotto circa 500 chilogrammi di rifiuti. La regione che ha la produzione pro capite più elevata si conferma in Emilia Romagna, con 663 chilogrammi per abitante per anno. Aumenta la raccolta differenziata specialmente al Sud: tra le città metropolitane, la percentuale più elevata di raccolta si rileva a Cagliari con il 71,4%.

Rispetto al 2018, c’è stato un disallineamento tra l’andamento della produzione dei rifiuti e quello degli indicatori socio-economici (PIL e spesa per consumi finali sul territorio economico delle famiglie residenti e non residenti). Nel 2019, infatti, il prodotto interno lordo e la spesa delle famiglie fanno registrare un incremento pari, rispettivamente, allo 0,3% e allo 0,6%, mentre la produzione dei rifiuti mostra un lieve calo (-0,3%).

Raccolta differenziata

Aumenta ancora la raccolta differenziata nel 2019: +3,1 punti rispetto al 2018, raggiungendo il 61,3% della produzione nazionale; dal 2008 la percentuale risulta raddoppiata. La raccolta passa da circa 9,9 milioni di tonnellate a 18,5 milioni di tonnellate.

A livello regionale, per la prima volta il Sud supera il 50% di raccolta differenziata e nel 2019 sono 8 le Regioni che superano l’obiettivo del 65% (fissato nel 2012 dalla normativa): Veneto, Sardegna, Trentino Alto Adige, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Friuli Venezia Giulia e Umbria.

Oltre il 60% sono la Valle d’Aosta, il Piemonte, l’Abruzzo, la Toscana e inferiore al 50% la Basilicata e la Calabria. La Sicilia aumenta di 9 punti (dal 29,5 al 38,5) ma rimane al disotto del 40%.

La provincia di Treviso ha i livelli più elevati di raccolta differenziata (87,7%), la città metropolitana più virtuosa è Cagliari con il 71,4%, Roma raggiunge il 51,2% e la peggiore è Palermo (29%), anche se nell’ultimo anno ha avuto un incremento di 9,1 punti.

L’organico si conferma la frazione più raccolta in Italia: rappresenta il 39,5% del totale; Carta e cartone sono il 19,1%, il vetro 12,3% e la plastica che rappresenta l’8,3% registra una crescita del 12,2% (pari a oltre 1,5 milioni di tonnellate. Il 94% di quest’ultimo tipo di rifiuti è rappresentato dagli imballaggi.

Gestione

Il 50% dei rifiuti differenziati viene inviato a impianti di recupero: il riciclaggio totale si attesta al 53,3% e riguarda l’organico, carta e cartone, vetro, metallo, plastica e legno.

Gli impianti

Nel 2019 sono operativi 658 impianti di gestione dei rifiuti urbani: 355 al Nord, 121 al Centro e 182 al Sud. 345 sono dedicati al trattamento della frazione organica della raccolta differenziata, 130 sono impianti per il trattamento meccanico o meccanico biologico dei rifiuti, 131 sono impianti di discarica a cui si aggiungono 37 impianti di incenerimento e 15 impianti industriali che effettuano il coincenerimento dei rifiuti urbani.

In discarica

Il 21% dei rifiuti urbani è smaltito in discarica, pari a quasi 6,3 milioni di tonnellate, con una riduzione del 3,3% rispetto al 2018. Nell’ultimo decennio il ricorso alla discarica si è ridotto del 58,2%, passando da 15 milioni di tonnellate a circa 6,3.

Incenerimento

Il 18% dei rifiuti urbani prodotti è incenerito (oltre 5,5 milioni di tonnellate); il dato è in aumento dell’1,4% rispetto al 2018. Su 37 impianti operativi, il 70,3% si trova al Nord, in particolare in Lombardia e in Emilia Romagna.

Imballaggi e rifiuti di imballaggio

I rifiuti di imballaggio rappresentano uno dei principali flussi monitorati dall’Unione Europea, per i quali il ‘pacchetto economia circolare‘ ha definito obiettivi di riciclaggio più ambiziosi al 2025 e al 2030, rispetto a quelli di oggi.

Aumenta del 3,1% rispetto al 2018 il recupero complessivo dei rifiuti di imballaggio che rappresenta l’80,8% dell’immesso al consumo: il vetro mostra l’aumento più elevato, seguito da plastica, acciaio e legno.

Tutte le frazioni di imballaggi hanno già raggiunto gli obiettivi di riciclaggio previsti per il 2025 ad eccezione della plastica. Per il riciclaggio di questa frazione, costituita da diverse tipologie di polimeri, sarebbe necessaria l’implementazione di nuove tecnologie di trattamento tra cui anche il riciclo chimico.

Import – Export dei rifiuti

Il 2% dei RU a livello nazionale viene esportato, un aumento del 10,8%, mentre calano dell’1% le importazioni.

Sono inviati fuori dai confini nazionali, soprattutto Austria e Spagna, il combustibile solido secondario (30,2%) e i rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti (34,0%). Le due regioni che maggiormente esportano sono la Campania e la Lombardia.

Gli impianti localizzati sul territorio nazionale importano plastica (26,7%), vetro (25,2%) e abbigliamento (19,6%). Il vetro arriva soprattutto dalla Svizzera ed è destinato a impianti di recupero e lavorazione situati per lo più in Lombardia. L’abbigliamento, invece, è importato in massima parte dalla Campania, presso aziende che ne effettuano il recupero.

Costi di gestione

Nel 2019, il costo medio nazionale annuo pro capite di gestione dei rifiuti urbani è pari a 175,79 euro/abitante (nel 2018 era 174,48).
Al Centro i costi più elevati (208,71 euro/abitante), segue il Sud con 188,53 euro/abitante. Al Nord il costo è pari a 155,83 euro/ab*anno.

Tra le città che presentano il maggior costo si segnala Venezia con un costo pari a 366,11 euro ad abitante, Cagliari con 314,98 euro ad abitante e Genova con 266,58 euro ad abitante. I costi minori si rilevano a Udine 119 euro ad abitante, Campobasso 161,17 euro ad abitante e Bolzano 168,30 euro ad abitante.

Per scaricare il Rapporto completo: www.isprambiente.gov.it

Per i dati relativi alla produzione, raccolta differenziata e costi dei servizi di gestione per singolo comune: www.catasto-rifiuti.isprambiente.it



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