L’affermazione delle donne passa attraverso la crescita culturale
Il ruolo delle donne nel mondo del lavoro è stato al centro
della prima sessione della V edizione del Forum Pulire 2020, la biennale internazionale dedicata all’igiene. Gli interventi dell’attore Luca Barbareschi, dell’economista Giulio Sapelli, della senatrice di FI Virginia Tiraboschi, della deputata del PD Lia Quartapelle e dell’antropologa Jenean Merkel Perelstein.
Il 13 ottobre si è aperta con un tratto comune, legato all’importanza della crescita culturale per l’affermazione delle donne nel mondo del lavoro la V edizione del Forum PULIRE 2020, la biennale multidisciplinare e internazionale dedicata all’igiene, organizzata da ISSA PULIRE NETWORK, la più grande piattaforma internazionale nell’ambito del cleaning e del facility management, in programma oggi e che proseguirà il 14, il 20 e 21 ottobre 2020 in versione digitale e multilingue.
“La cultura è un aspetto fondamentale di un Paese, è incredibile che in questa fase così cruciale per l’Italia, non le si dia valore, quando sappiamo che la crescita degli individui, e di conseguenza la crescita economica stessa del Paese, passa attraverso la cultura” ha spiegato l’attore, regista e produttore Luca Barbareschi nel corso del suo intervento.
E ha aggiunto: “Per favorire la ripartenza economica, non servono elemosine, ma va ridata dignità al lavoro. Io ho lavorato in aziende di pulizie e mi sembra incredibile che oggi le stesse aziende trovino difficoltà a reperire lavoratori. In questo settore lavorano tantissime donne, ma donne eccezionali sono in tanti ambiti. L’altro giorno ne ho incontrata una in ospedale, un primario donna in cui ho visto la sofferenza di dover restare nel ruolo di scienziata per spiegare la complessità della situazione che in tanti, invece, tendono a semplificare solo per apparire. Le donne, nel mondo del lavoro, sono ‘esseri superiori’, hanno tante capacità e mille potenzialità”.
L’importanza della cultura è stata spiegata anche dall’economista Giulio Sapelli: “Le donne possono essere il traino della società, ma come gli uomini devono ripartire dalla cultura. Abbiamo bisogno di ‘pulizia’ anche a livello culturale, che parta da corsi di filosofia ed etica, materie che sembra non servano e invece aiutano a creare le basi di una crescita”. Nel suo intervento ha scelto di parlare di tre donne molto diverse fra loro: Maria Teresa Lisieux, suora carmelitana vissuta a fine ‘800, l’attivista americana Angela Davis e la sua governante che l’ha accompagnata per tanti anni.
La crescita delle donne le porta a ricoprire anche ruoli da leader. “Oggi le donne devono contribuire alla nascita di leadership diffuse nella community, è necessario che ci sia meno concorrenza e più sintonia, perché chi è veramente brava emerge da sola e la comunità la riconosce – ha aggiunto la senatrice di Forza Italia e imprenditrice Virginia Tiraboschi – Le donne sono più libere e questo dipende non solo dall’indipendenza economica, ma anche da quella culturale. Per me non esiste neanche la competizione tra uomini e donne. Sono mondi diversi, ma complementari. L’uomo è più bravo nella visione, nell’esecuzione la donna è più concreta anche se a volte i ruoli possono invertirsi”.
“In questo anno di pandemia e di crisi le leader donne si sono distinte più dei leader uomini affrontando meglio le situazioni in cui sono state chiamate a intervenire – è stato il parere di Lia Quartapelle, deputata del PD – In Italia lavora il 48% di donne e il 67% di uomini e le donne guadagnano meno degli uomini a parità di mansioni. Il Recovery Fund è un’occasione storica perché servirà a fare riconversione ecologica e digitale, due settori a preponderanza maschile. Lo si può sfruttare per colmare la distanza uomo-donna nel mondo del lavoro, che si può ottenere anche con investimenti nel settore della cura, in cui le donne lavorano di più”.
l ruolo di maggiore responsabilità delle donne passa anche dalla libertà nel proporsi senza dover reprimere la propria femminilità e le proprie emozioni, conquistata a partire dagli anni Ottanta, come ha aggiunto l’antropologa e business strategist Jenean Merkel Perelstein: “Quarant’anni fa le donne hanno iniziato ad affermarsi sul lavoro, ma non potevano mostrare la propria femminilità. Armani, creando un vestito da lavoro per la donna, austero ma di classe, ha iniziato a sdoganare questo aspetto. Oggi è giusto che ogni donna possa esprimere la propria femminilità e le proprie emozioni anche sul lavoro, favorendo un ambiente di lavoro non basato su strutture gerarchiche tipicamente maschili, ma che permetta alle donne di esprimersi in modo olistico sfruttando così l’ormone del successo delle donne: l’ossitocina“.