I fattori di rischio più diffusi nei luoghi di lavoro

In Europa, i fattori di rischio più diffusi sono quelli psicosociali e muscoloscheletrici. E la valutazione dei rischi è ancora considerata il modo migliore per affrontarli

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L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) ha presentato a giugno di i principali risultati della seconda indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti (ESENER-2) presso il Parlamento europeo a Bruxelles.

I risultati dell’indagine – che ha raccolto le risposte di quasi 50.000 luoghi di lavoro in 36 paesi, compresi i 28 Stati membri – forniscono un quadro particolareggiato su come vengono gestiti i rischi relativi alla sicurezza e alla salute sul lavoro (SSL) nei luoghi di lavoro in Europa. Offrendo risultati facilmente accessibili attraverso uno strumento di consultazione on-line, questa indagine rappresenta una nuova importante risorsa per responsabili politici, ricercatori e professionisti.

L’indagine ESENER-2 esamina le modalità con cui sono gestite, nella pratica, la salute e la sicurezza – e in particolare i rischi nuovi ed emergenti, quali i rischi psicosocialinelle organizzazioni di tutte le dimensioni, incluse le microimprese con 5-10 dipendenti.
Ole Christensen, eurodeputato e relatore del Parlamento europeo sul quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2014-2020, ha commentato: “L’indagine ESENER-2 fornisce un quadro completo delle modalità con cui la salute e la sicurezza sono gestite di fatto nei luoghi di lavoro europei. I risultati sono particolarmente importanti per i responsabili politici a livello nazionale e dell’UE, poiché documentano chiaramente che esiste un ampio margine di miglioramento in termini di salute e sicurezza sul lavoro“.

Fattori di rischio

Il fattore di rischio più frequente è costituito da situazioni in cui occorre trattare con clienti, pazienti, studenti e altri soggetti difficili (58 % delle imprese nell’UE-28), il che in parte riflette la costante crescita del settore dei servizi.

I fattori che causano disturbi muscoloscheletrici (DMS), quali posizioni faticose o dolorose e movimenti ripetitivi della mano o del braccio, sono segnalati con elevata frequenza in tutti i settori di attività.

I risultati indicano che il 76 % delle imprese nell’UE-28 effettua valutazioni periodiche dei rischi, e di queste il 90 % le considera un modo utile di gestire la sicurezza e la salute.

Esistono differenze significative a livello nazionale nella percentuale di imprese che effettuano le valutazioni dei rischi avvalendosi del personale interno rispetto a quelle che si avvalgono di fornitori esterni. L’utilizzo di personale interno varia dal 76 % in Danimarca al 7 % in Slovenia.

Sebbene le dimensioni dell’impresa costituiscano un fattore determinante, in alcuni paesi persino la maggior parte delle imprese più piccole generalmente effettua le valutazioni dei rischi utilizzando personale interno.

Il direttore dell’EU-OSHA, Christa Sedlatschek, ha osservato: “Le imprese che non effettuano valutazioni periodiche dei rischi si giustificano principalmente affermando che i rischi e i pericoli sono già noti (83 %) e che non sussistono problemi rilevanti (80 %).

I rischi psicosociali sono percepiti come più impegnativi da affrontare rispetto ad altri. Quasi un’impresa su cinque tra quelle che riferiscono di dover trattare con clienti difficili o di subire pressioni derivanti da urgenze temporali indica inoltre di non disporre di informazioni o adeguati strumenti per affrontare il rischio in modo efficace“.

Un altro risultato fondamentale si riferisce al fatto che un elevato livello di partecipazione (formale o informale) dei dipendenti è un forte indicatore di buona qualità del lavoro, compresa la qualità della gestione della SSL in generale e della gestione dei rischi psicosociali in particolare.

L’attuale quadro giuridico in materia di SSL risale al 1989, quando è stata adottata la direttiva quadro europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (direttiva 89/391/CEE), e, come nella precedente edizione dell’ESENER, il rispetto degli obblighi di legge è stato il motivo citato con maggiore frequenza per la gestione della SSL (85 % delle imprese nell’UE-28).

Una percentuale elevata di intervistati ha indicato anche la volontà di soddisfare le aspettative dei dipendenti e dei loro rappresentanti (79 %) e di evitare sanzioni da parte dell’ispettorato del lavoro (78 %).

ESENER 2 consente inoltre di capire se le aziende percepiscano la gestione della sicurezza e della salute come un onere, il che riveste grande rilevanza per i programmi in corso, come REFIT, il programma della Commissione europea di controllo dell’adeguatezza e dell’efficacia della regolamentazione.

Alla domanda se la complessità degli obblighi di legge in materia di SSL sia considerata un ostacolo alla gestione della salute e della sicurezza, le risposte affermative variavano dal 67 % in Italia al 14 % in Lituania.

Considerato che tutti gli Stati membri dell’UE sono soggetti alla stessa legislazione a livello di Unione europea, queste cifre evidenziano la diversità delle situazioni esistenti a livello nazionale e sottolineano l’importanza della normativa nazionale, delle strutture di supporto e di altre risorse.

Il lavoro sul campo per la nuova edizione dell’indagine è stato svolto nel 2014 e ha riguardato imprese sia del settore pubblico sia di quello privato nei paesi dell’UE-28, ai quali si sono aggiunti Albania, Islanda, Montenegro, l’ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Serbia, Turchia, Norvegia e Svizzera.

Per la prima volta sono state incluse l’agricoltura e la pesca e le microimprese di 5-10 dipendenti. Le domande sono state rivolte ai dipendenti meglio informati sulla gestione della SSL all’interno dell’organizzazione in questione. Gli intervistati hanno risposto a domande sui principali fattori di rischio nelle loro imprese e hanno riferito su come li gestiscono e perché, indicando altresì eventuali ostacoli alla prevenzione.

Verso la fine del 2015 e nel 2016, l’EU-OSHA organizzerà dei seminari a livello nazionale per presentare i risultati dell’indagine ESENER-2 per ciascun Stato membro, insieme ad altre statistiche nazionali.

L’obiettivo dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) è contribuire a rendere l’Europa un luogo più sicuro, sano e produttivo in cui lavorare.



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