DETERGENZA E GREEN

di Chiara Merlini

Come Assocasa affronta i temi della sostenibilità.

Maslow's pyramid of needs. Closeup portrait smart boy analyzing human needs and hierarchy isolated grey wall background with graphics. Human face expression intelligence, body language life perception

In occasione della presentazione del 22° Osservatorio del mercato della detergenza, che si è tenuto in ottobre a Milano, abbiamo incontrato Giorgio Dal Prato, presidente di Federchimica Assocasa, che ha commentato alcuni significativi aspetti emersi nel convegno. Un tema che ha stimolato il dibattito e dato rilievo a un nuovo aspetto del mondo dei consumi è stata la ripresa dello schema della Piramide di Maslow applicata ai nuovi bisogni e gratificazioni che delinea il profilo del consumatore attuale.

La piramide dei bisogni di Maslow, dal nome dello psicologo Abraham Maslow, rappresenta la scala dei bisogni che devono essere soddisfatti perché le persone si realizzano pienamente. I primi bisogni sono quelli fisiologici, alla base della piramide, poi si passa agli stadi successivi: al bisogno di sicurezza, dell’appartenenza sociale, della stima finché si arriva all’autorealizzazione, in cima alla piramide. Schermata 2018-02-05 alle 16.11.21Nel corso degli anni, per esempio, il cibo non è più solamente una necessità primaria da soddisfare per garantirsi la sopravvivenza, ma si è caricato di significati, tanto da salire i gradini della piramide. Il segmento food, come è stato detto oggi, ha scalato la piramide, per arrivare dal soddisfacimento di un bisogno primario – quello di nutrirsi – alla realizzazione di sé, attraverso passaggi che comprendono la socialità, la sicurezza, la responsabilità nei confronti dell’ambiente.

Ma passi avanti non li ha fatti solo questo settore…

“Infatti, anche la detergenza ha ‘scalato’ molti gradini. Alla base della piramide troviamo i bisogni primari della persona, come alimentarsi, riscaldarsi, vestirsi, lavarsi: qui si colloca tutto il mondo dell’igiene e della pulizia personale, che oggi diamo per scontato ma che per molto tempo non lo è stato affatto. Basti pensare come anche solo nei primi anni del Novecento la pulizia era un processo molto complicato. Ricordiamo come, per esempio, per lavare la biancheria, venisse usato il ranno* e quindi fare il bucato era un procedimento complicato. Oggi questi bisogni funzionali di base sono stati risolti, le prestazioni richieste sono state soddisfatte, la rimozione dello sporco (da stoviglie e superfici, tessuti e anche nell’igiene personale) è semplice ed efficace”.

La detergenza ha superato altri gradini?

“Al di sopra di queste necessità basilari, fisiologiche, si trova il bisogno di sicurezza. E qui ecco ancora entra in campo la detergenza, perché avere a disposizione prodotti che non sono dannosi per la persona e per l’ambiente soddisfa il senso di sicurezza dell’individuo. Assocasa, da quando è entrata in vigore la Direttiva europea 62/94 sugli imballaggi e sui rifiuti degli imballi, ha prestato ancora più attenzione all’impatto ambientale. Già allora si capiva che le persone avevano bisogno di benessere e di sicurezza. Abbiamo iniziato un percorso non facile per l’industria, ma che è stato portato avanti nella direzione della concentrazione dei detergenti, delle formule”.

Come si traduce questa scelta in termini di impatto ambientale?

“Un esempio che chiarisce molto bene il concetto: 10 anni fa si comperava un flacone di detersivo da 2 litri e mezzo, che serviva per 25 lavaggi. Oggi si acquista un flacone da 1,25 litri, efficace sempre per 25 lavaggi. Quindi la dose per un lavaggio in lavatrice è passata da 100 ml a 50 ml. Cosa vuol dire? Dal momento che in Italia all’anno si vendono 200 milioni di flaconi da 25 dosi, ora vengono immesse sul mercato 10.000 tonnellate di plastica in meno. Questo è un contributo alla sicurezza ambientale, perché a questo si aggiunge il dato delle 1000 tonnellate l’anno in meno di cartone utilizzato e quindi – poiché il trasporto avviene su gomma – circolano per le strade la metà degli autotreni di una volta”.

È un tema legato strettamente alla produzione?

“Questo processo coinvolge tutta la filiera, perché il prodotto concentrato porta a dimezzare anche lo spazio nei magazzini, rappresenta la metà dei rifiuti che vanno in discarica oppure è ridotta della metà la quantità di plastica avviata al riciclo.Schermata 2018-02-05 alle 16.11.38 E questi risparmi sono quantificati: insieme al Conai, il Consorzio nazionale imballaggi, abbiamo commissionato a uno studio a Prometeia e i risultati sono stati certificati”.

Come si inserisce in questi comportamenti virtuosi il fattore prezzo?

“Nella tavola rotonda di oggi è emerso come, anche nel momento pieno della crisi economica, il consumatore chiedeva sì di risparmiare, ma non voleva che questo si traducesse in una sensazione di povertà, di bruttezza, di acquisto di prodotti che non avevano alcun valore aggiunto. Adesso il consumatore chiede – sempre considerando la piramide di Maslow – di andare nella parte più alta, di soddisfare anche il suo bisogno di appartenenza. Quindi, di trovarsi a fare parte del gruppo di persone che rispettano l’ambiente, che rispettano gli animali, che rispettano il proprio corpo, che rispettano le superfici che hanno in casa. E che cercano l’autorealizzazione”.

Non è un po’ difficile considerare gratificante l’acquisto di un prodotto per la pulizia?

“È chiaro che nell’alimentazione, l’interazione sensoriale, con i sapori, gli odori, i sensi, è più facile e immediato. Quando sei un po’ stanco e un po’ depresso, un dolce e un bicchiere di vino aiuta! Però, quando si acquista un flacone di detergente che si sa funzionale, che rimuove lo sporco, che ha un prezzo equo e si è consapevoli che è stato concepito e prodotto prestando attenzione al prossimo, alle persone, questo ‘bene’ fa sentire l’individuo appartenente a un gruppo più attento, consapevole dei propri acquisti e di ciò che comportano. Al valore del prodotto si aggiunge la gratificazione. E se poi si spende qualche centesimo in più, la contropartita sta nell’avvicinarsi al gradino dell’autorealizzazione, come persona che rispetta se stesso e gli altri”.

Quanto è l’impegno dei produttori nella Ricerca e Sviluppo?

“L’industria della detergenza considera l’attenzione all’ambiente e alle persone intrinsecamente connessa allo sviluppo durevole. E noi – come industria – dobbiamo guardare allo sviluppo durevole, considerando il settore nella sua globalità ed è imperativo guardare al futuro. Stiamo lavorando in un campo che non coinvolge solo noi, ma riguarda soprattutto i nostri figli: per questo dobbiamo fortemente impegnarci e lavorare nel miglior modo possibile”.

* Il ranno è l’acqua che si usava un tempo per fare il bucato, ottenuta facendo colare acqua bollente attraverso uno spesso strato di cenere di legna per estrarne le sostanze detergenti. In questa acqua si immergevano i panni prima di strofinarli con il sapone.



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