Cleaning: i rischi professionali nelle strutture sanitarie

a cura di Luisa F. Bernardini

La sicurezza sul lavoro è un tema scottante. Ogni giorno si può dire abbiamo notizie di casi tragici dovuti a infortuni sul luogo di lavoro, e sappiamo che l’edilizia è tragicamente al centro dell’attenzione.

Tuttavia in ogni ambito lavorativo c’è la possibilità di incorrere in incidenti che si possono far risalire a diverse cause: la mancanza di informazione, la disattenzione, l’abitudine, il mancato – o errato – utilizzo dei dispositivi di protezione individuali, l’orario di lavoro…

La consapevolezza dei rischi connessi alla propria attività è il doveroso punto di partenza per minimizzare il rischio di infortuni, in ogni realtà lavorativa. Se questa realtà comporta inconvenienti che danneggiano non solo i lavoratori, ma sia le imprese di servizi sia gli utilizzatori dei servizi stessi: nel caso in cui poi queste attività si svolgono all’interno delle strutture sanitarie, mettere in atto azioni preventive per ridurre il più possibile i rischi ha un’importanza ancora maggiore.

I rischi professionali

Ne abbiamo parlato diverse volte, ma è sempre necessario distinguere chiaramente i termini ‘pericolo’ e ‘rischio’. Sono due concetti molto diversi, perché il pericolo si riferisce a un determinato fattore con il potenziale di arrecare un danno, mentre il rischio riguarda la probabilità che si verifichi un danno. Ad esempio, un prodotto può essere pericoloso ma i rischi nel suo utilizzo sono limitati. Infatti, se vengono prese misure precauzionali in merito al suo uso, come indossare guanti e una maschera, il rischio di danni è limitato. Il rischio è quindi definito come una probabilità.

Tra i diversi tipi di rischio professionale troviamo quello: – meccanico: colpi, schiacciamenti, tagli e perforazioni, vincoli posturali, gesti ripetitivi; – fisico: vibrazioni, livello di rumore, temperatura, maltempo, livello di illuminazione, qualità dell’aria, fuoco ed esplosione;- chimico: esposizione a sostanze chimiche, prodotti gassosi, agenti cancerogeni, mutageni, tossici, corrosivi, irritanti, allergeni; – biologico: esposizione ad agenti infettivi e allergenici per puntura, morso, inalazione; – radiologico: esistenza di radiazioni ionizzanti, laser e / o radiazioni elettromagnetiche; – psicologico: aggressività fisica o verbale, molestie morali o sessuali, stress, carichi eccessivi.

La prevenzione

Premesso che la prevenzione è un obbligo che spetta al datore di lavoro, ai sensi di vari articoli di legge, adottare misure necessarie per garantire la sicurezza e proteggere la salute fisica e mentale dei dipendenti significa oltre che compiere azioni per prevenire i rischi professionali, informare, formare e mettere in atto un’organizzazione e mezzi adeguati.

L’attuazione di queste misure si basa su parecchi principi generali di prevenzione:

  1. evitare i rischi;
  2. valutare quelli che non possono essere evitati;
  3. combatterli;
  4. adattare il lavoro alle persone;
  5. prendere in considerazione lo stato dell’arte;
  6. sostituire ciò che è pericoloso con ciò che è meno pericoloso;
  7. pianificare la prevenzione integrando tecnica, organizzazione e condizioni di lavoro;
  8. adottare misure di protezione collettiva;
  9. dare istruzioni adeguate ai lavoratori.

La pubblicazione di questi principi generali serve per qualità igienica ottimale, sono necessari controlli microbiologici eseguiti frequentemente. I risultati devono essere comunicati al team responsabile dell’igiene e della pulizia non solo per valutare la qualità della bio-pulizia, ma perché funge anche da strumento educativo.

I rischi chimici nella pulizia

Gli addetti alle pulizie utilizzano molti detergenti diversi per facilitare la rimozione di polvere e sporco, per la disinfezione e manutenzione della superficie, che sono fonte di rischi chimici.

L’esposizione dipende dal tipo dei prodotti utilizzati e le condizioni in cui vengono utilizzati come frequenza, quantità e modalità di applicazione. Ad esempio, alcuni prodotti chimici (come acidi o basi) hanno proprietà irritanti a basse concentrazioni e sono corrosivi ad alte concentrazioni.

Altri prodotti possono causare problemi respiratori se spruzzati in eccesso, usati senza ventilazione adeguata o nebulizzati su superfici calde. In questi casi è importante che sia assicurata una maggiore efficienza della ventilazione durante e dopo la pulizia o l’uso di misure di protezione per limitare l’esposizione e l’inalazione dei vapori. I prodotti chimici contenuti in alcuni i detergenti possono essere infiammabili o esplosivi.

L’uso errato di determinati prodotti (ad esempio sovradosaggio, miscelazione non sicura di prodotti diversi, metodi di pulizia inappropriati) può aumentare i rischi per i lavoratori.

Non solo. Perché oltre ai prodotti utilizzati per la pulizia, lo sporco stesso che il lavoratore deve rimuovere può essere fonte di pericolo chimico, oltre che biologico. Infatti, le particelle di sporco che vengono a contatto tra loro durante il processo di pulizia possono anche innescare reazioni chimiche, e questo dipende dal materiale da cui esse sono costituite e deve essere presa in considerazione anche l’esposizione alle sostanze chimiche presenti nello sporco stesso, nella polvere, nelle particelle di fuliggine e così via.

L’orario di lavoro

Inoltre, altri pericoli si corrono quando gli addetti alle pulizie lavorano al di fuori dei normali orari di lavoro, ovvero prima o dopo l’orario di apertura, quando cioè la ventilazione, lo scarico dell’aria o il sistema di condizionamento dell’aria potrebbero essere spenti e l’aria non viene rinnovata nelle aree di lavoro. Tutto ciò può infatti aumentare i rischi derivati dalla esposizione alle sostanze chimiche.

 



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