Allergia al lattice: attenzione per gli operatori in sanità

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Il lattice è il principale componente della gomma naturale ed è presente in molti prodotti che vengono utilizzati in un vario numero di ambienti, in particolare in ambito medico.

Largamente usato nelle strutture sanitarie per le sue caratteristiche, può tuttavia creare in alcune persone reazioni allergiche, cioè una risposta da parte dell’organismo che può avere conseguenze anche molto serie.

La sensibilizzazione avviene attraverso il contatto del lattice con la cute, le mucose, la via inalatoria o parenterale (come iniezioni, prelievi, vaccinazioni ecc.): tutti possono diventare sensibili al lattice, ma le persone che sono a continuo contatto rappresentano le categorie più a rischio, e tra questi vi sono gli operatori sanitari e anche chi si occupa delle pulizie in questo settore. Inoltre, sono maggiormente predisposte all’allergia le donne, le persone asmatiche o con allergie alimentari (banana, kiwi, avocado, castagna, arachidi… ) e fra lattice e una pianta ornamentale come il Ficus benjamina.

Con il termine latex-safe si intende che tutto ciò che viene a contatto col paziente o con l’operatore sanitario non contiene lattice. [Con il termine latex-free  si intende invece la totale assenza di lattice nell’ambiente].

Le indicazioni delle Linee Guida sono a tutela non solo dei pazienti, ma anche degli operatori delle strutture sanitarie.  Infatti se l’allergia a lattice naturale colpisce circa l’1% della popolazione adulta e il 2% di quella pediatrica, tale percentuale sale al 10% tra le persone con allergie alimentari  e al 18% tra gli operatori sanitari esposti al contatto continuo con questa sostanza come chirurghi, odontoiatri e laboratoristi.

L’allergia al lattice può manifestarsi in forma blanda (orticaria, rinite, congiuntivite) oppure con maggiore gravità, fino allo schock anafilattico.

Linee Guida Regionali

Con decreto n° 22303 del 24.09.2001, la Regione Lombardia ha emanato delle Linee-Guida di riferimento, per la prevenzione delle reazioni allergiche a lattice nei pazienti e negli operatori sanitari,per tutte le Aziende Ospedaliere regionali.

Prevenzione primaria

– Identificare i compiti lavorativi nei quali l’uso dei guanti in lattice è strettamente necessario, preferendo l’uso di guanti in materiale alternativo (polivinilcloruro);

– Nello svolgimento di compiti lavorativi che richiedono l’utilizzo di guanti in lattice, preferire quelli privi di polvere e a basso contenuto proteico.

Prevenzione secondaria e diagnosi precoce

La sorveglianza sanitaria dei lavoratori si attua con le visite preventive prima dell’inizio dell’esposizione al rischio specifico e con le visite periodiche.

Per giungere alla diagnosi occorre somministrare un questionario per verificare la presenza di atopia, di dermatiti pregresse o di una storia di disturbi specifici. In caso di positività si esegue:
- il prick test per il lattice ed eventualmente per altri allergeni sospetti;
- il patch test se si tratta di sintomatologia cutanea;
- il RAST per la ricerca delle IgE specifiche.
Nel caso di sintomi respiratori occorre fare anche le prove di funzionalità respiratoria e il test di broncoreattività aspecifica (TPBa).

Un sito utile: Linee guida della Regione Lombardia

È il link dell’Associazione Allergici al Lattice. Il sito si rivolge ai pazienti e agli operatori sanitari: fornisce sia indicazioni pratiche su che cos’è l’allergia al lattice, come si manifesta e su come capire se si è allergici, sia indicazioni su come prevenire e gestire casi di allergia in ospedale. Dal sito è possibile scaricare le linee guida della Regione Lombardia per la prevenzione dell’allergia al lattice.



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