L’indagine di Cerved_ON, presentata in anteprima a ISSA PULIRE per AFIDAMP, analizza l’intero comparto del cleaning professionale.
L’associazione ha realizzato un’indagine qualitativa sul settore Distribuzione e un’indagine sia qualitativa, sia quantitativa del settore Produzione.
Se il 2020, anno segnato dal Covid 19, ha mostra un andamento contrastante per il settore, in base all’area di operatività, le tendenze il 2021 segnalano un settore in fermento. Un settore che ha vissuto gli ultimi due anni con serietà e preparazione rispondendo alle richieste di un mercato modificato dall’emergenza sanitaria da Covid-19.
Le aziende della produzione e della distribuzione del settore del Cleaning professionale hanno dovuto fare fronte a richieste modificate, a difficoltà di consegne e approvvigionamenti, alle chiusure totali ma hanno dimostrato di reagire e di fare fronte alle molte novità.
La voce dei produttori
Le indagini commissionate da AfFIDAMP a Cerved_ON acquisiscono ancora maggiore rilevanza in questo nuovo contesto nazionale (e internazionale). Sul fronte produzione sono state intervistate 163 aziende. Il fatturato delle diverse categorie che compongono il settore è elevato per i prodotti chimici e le macchine, decisamente più basso per le aziende di attrezzature e soprattutto per fibre e panni.
Circa la metà della produzione del settore è destinata alla clientela italiana, per le macchine si ha un netto spostamento verso il mercato estero (solo un terzo del comparto produce per l’Italia). In termini di fatturato è positivo l’andamento del 2021 per oltre quattro aziende su dieci. I prodotti chimici hanno evidenziato la quota più ampia di aziende con trend in crescita (57%).
Per il 2021 il 44% delle aziende prevede una crescita del fatturato, specie le aziende produttrici di macchine (53%) e attrezzature (50%). Le azioni principali su cui puntano le aziende riguardano la ricerca di nuovi clienti e la diversificazione dell’offerta. Ritenuti importanti anche il reinvestimento utili in azienda e la fidelizzazione della clientela attuale.
Va considerato che nel periodo pandemico gli effetti dei comportamenti della clientela si sono sentiti: si sono ridotti o modificati gli acquisti abituali e i clienti si sono rivelati più esigenti. I fornitori sono stati costretti a dilatare i tempi di consegna e aumentare i costi. Industria e Horeca risultano essere i settori più promettenti per il settore cleaning professionale.
La voce dei distributori
Sul fronte dei distributori l’indagine ha analizzato circa 1650 aziende, che generano un fatturato di circa 2,5 miliardi di Euro con una discreta crescita rispetto all’indagine precedente (2018), dovuta soprattutto al saldo positivo tra aziende nate e aziende cessate nell’anno e all’aumento di fatturato delle aziende già presenti sul mercato.
La crisi pandemica ha avuto un grosso impatto, che ha generato valore con la vendita dei dispositivi di protezione individuale. Più dell’80% delle realtà del settore, oltre alla vendita, offre servizi di assistenza di consulenza, soprattutto sulla vendita e sui piani di lavoro.
Per quanto riguarda le classi di fatturato, si nota una distribuzione polarizzata sulla classe più bassa, 36% delle aziende, che incidono sul fatturato per il 4%. Circa il 10% delle aziende fattura più di 5 milioni, ma determina complessivamente quasi metà del fatturato del settore.
Le vendite dei prodotti chimici (28% per 640 milioni di euro di fatturato), assieme a quella di macchine(18% con 500 milioni di euro di fatturato) e quella di prodotti di consumo (20% con 500 milioni di euro di fatturato) rappresentano le delle voci più importanti nel fatturato di settore.
Da segnalare anche l’importante impatto generato dai DPI con 280 milioni di euro di fatturato. Le imprese di pulizia e l’industria sono i due settori di destinazione che più incidono sul fatturato del 2020 (insieme generano circa 1,2 miliardi di euro).