1 L’attualità dal mondo delle Aziende

di Chiara Merlini

  1. UN MONDO DA INTERPRETARE
  2. LA TRANSIZIONE DIGITALE
  3. LE AZIENDE E LA SOSTENIBILITÀ
  4. LA SANITÀ: LA PAROLA ALLE AZIENDE

UN MONDO DA INTERPRETARE

Lo scenario geopolitico ed economico – uno strettamente legato all’altro – che cambia porta inevitabilmente modifiche e valutazioni diverse nell’organizzazione all’interno di tutti i settori produttivi, e il cleaning non fa certamente eccezione.

È un argomento particolarmente sensibile, in quanto per alcune produzioni (vedi le macchine) è l’export a rappresentare la quota maggiore dei fatturati. Quindi, se le posizioni politiche del quadro internazionale cambiano di conseguenza anche le prospettive economiche sono diverse e le aziende si strutturano per adeguarsi. Teniamo sempre conto del margine di incertezza a cui purtroppo ci siamo abituati negli anni passati che forse, in qualche modo, hanno richiesto una flessibilità organizzativa e mentale di non poco conto. La pandemia di SARS-CoV-2 ha cambiato molte regole del gioco, e anche se ora sembra lontana, la rivoluzione sociale ed economica che ha portato ha lasciato profondi segni.

Inoltre, è risultata sempre più chiara la necessità di una digitalizzazione aggiornata e orientata su diversi fronti. E non si può prescindere dal tema della sostenibilità, che da anni richiede attenzione, ma che ritrova oggi un’urgenza particolare e comporta un forte impegno organizzativo e produttivo.

Temi importanti di cui tutti dobbiamo avere percezione e sensibilità e portarci verso un impegno proattivo, anticipando gli scenari e guardando a soluzioni e proposte necessarie per la crescita e lo sviluppo in ogni campo.

Cosa ne pensano le Aziende

Abbiamo allora chiesto ad alcune aziende che operano nel settore del cleaning professionale di presentarci un quadro della situazione, segnalando i maggiori problemi che si trovano ad affrontare e le scelte effettuate.

I produttori di macchine si sono dimostrati sensibili al panorama che si sta profilando e prendendone atto delineano le loro scelte. Per Bruno Ferrarese, co-presidente di Idrobase Group: “L’alleanza fra Russia e Cina per modificare l’assetto geopolitico mondiale e la guerra in Ucraina hanno prodotto un drastico ridimensionamento del nostro business verso la Russia, l’Ucraina e diverse Nazioni ex URSS.

La Cina, dal canto suo, anche tramite le restrizioni imposte dal Covid, ha chiuso l’accesso di noi occidentali al suo mercato producendo la chiusura e/o la svendita a imprenditori cinesi di tante attività produttive e commerciali di occidentali in Cina. La decisione americana ed europea di contenere l’espansione cinese nei settori ad alto valore tecnologico ha prodotto attriti ed incertezze che hanno orientato le decisioni degli imprenditori di ambo i blocchi a limitare gli investimenti vicendevoli”.

Anche per IPC, a livello estero: “non c’è dubbio che il conflitto in corso in Ucraina ha avuto un impatto importante sul nostro business verso il mercato russo e bielorusso – concorda Gabriella Bianco, Sr Sales Enablement Specialist dell’azienda – “Anche il lungo lockdown in Cina ha creato un rallentamento del business verso questo paese, ci ha infatti impedito di visitare i nostri clienti negli ultimi tre anni”. Mentre per il mercato interno la fase post covid ha visto una semplificazione delle procedure di sanificazione messe in atto in precedenza “causando così un rallentamento nella richiesta di prodotti resisi necessari durante il periodo della pandemia”.

Non solo, a complicare il quadro della situazione, Bianco segnala il taglio dei tassi sull’iniziativa industria 4.0, che avrà sicuramente un impatto negativo sulla richiesta di macchine e prodotti per la pulizia che invece nel 2021 e 2022 aveva visto incrementi a 2 cifre. “Lo scenario si complica se consideriamo che attualmente: non vengono riconosciuti gli aumenti ISTAT alle imprese di pulizia che conseguentemente non sono propense ad investire in nuove tecnologie; esiste un grosso punto di domanda sul nuovo codice degli appalti che al momento non chiarisce quale sarà la documentazione necessaria per adempiere agli obblighi inseriti nel testo stesso”.

Crisi energetica e materie prime: due fronti impegnativi

L’aumento dei costi dell’energia degli scorsi mesi – commenta Paolo Taoso, Strategic Marketing Manager di COMACha spinto l’azienda ad ottimizzare sempre più l’efficienza energetica delle sue linee produttive, per ridurre gli sprechi e allo stesso tempo rispondere alla situazione di crisi”. E segnala: “Per quanto riguarda Comac, un cambiamento consistente si è potuto riscontrare nell’aumento dei prezzi delle componenti dei prodotti, aumento che con la tendenza alla graduale ripresa delle interazioni e del commercio speriamo possa riportare il mercato a una situazione normale”.

La crisi energetica che ha travolto l’Europa all’inizio della guerra in Ucraina sembra aver avuto meno effetti di quanto si temesse – commenta Stefano Grosso, Direttore Generale di ISCmentre la disponibilità delle materie prime per la produzione già iniziata prima della guerra continua a farsi sentire“.

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D’accordo sull’impatto dell’attuale situazione mondiale è anche Stefano Polti, Responsabile della divisione professionale dell’omonima azienda, che nota: “I prezzi delle materie prime e i costi energetici e dei trasporti sono lievitati innescando spirali inflattive e uno scenario depressivo”. Ma questo “non significa che non guardiamo al futuro in modo positivo e che non si debba pianificare definendo delle ipotesi e muovendosi di conseguenza”.

Per LAVOR, da Dante Rossetti, responsabile marketing, una nota positiva: “Fortunatamente al momento non abbiamo subito cambiamenti, certo è che l’incertezza dei mercati e lo scenario geopolitico Europeo così instabile non hanno creato tranquillità e alcuni mercati hanno decisamente rallentato i tassi di crescita attesi prima della guerra”.

Gli orientamenti delle aziende: business, ma green

Quali sono le misure messe in atto dalle aziende per contrastare gli effetti negativi della situazione e in quale direzione vanno? Le aziende si sono dovute confrontare con i cambiamenti negli anni appena passati, che hanno richiesto metodologie e uno standard sanitario più elevato e con un minore impatto ambientale.

Eugenio Cagna, CEO di KlinMak, indica la linea dell’azienda milanese: “KlinMak lavora sempre su due fronti: incremento della gamma di produzione (nel 2023 usciremo con 4 nuovi modelli con relative estensioni di allestimenti) e il potenziamento della rete commerciale, sia all’estero che in Italia. La vendita è per definizione l’area più importante di tutte le aziende e quindi il cambiamento principale non può che riguardare questo reparto”.

Idrobase ha deciso di favorire il business verso il blocco occidentale considerato più sicuro proponendo prodotti e soluzioni ecologici e di manutenzione del parco macchine del settore del cleaning esistente. E Bruno Ferrarese ne spiega l’attuazione: “Questo si traduce in tre fiere del settore ecologico e tre nel settore del cleaning avanzato alle quali Idrobase parteciperà quest’anno. Due avranno luogo in Italia, una rispettivamente negli USA, in Corea, in Olanda, e in Germania. E una in Cina perché, ne vogliamo dire, Idrobase in Cina produce detergenti e componenti per le idropulitrici e in quel mercato ci vuole essere”.

In ISC siamo riusciti a compensare i ritardi di produzione dei fornitori, lavorando con il nostro ampio stock di macchine nuove e con la vasta flotta di macchine revisionate certificate Tennant che possiamo mettere a disposizione dei clienti – informa Stefano GrossoQuesto ci ha consentito di dare risposta a chi aveva urgenza di utilizzare le macchine, permettendo di attendere con serenità l’arrivo del nuovo. Potenziando la preparazione delle macchine, riusciamo a non lasciare mai i nostri clienti in difficoltà”.

Mette l’accento sulla crescente sensibilità al tema green Sergio Antoniuzzi, presidente di ICEFOR: “I cambiamenti che riscontriamo in questo periodo di grande metamorfosi dello scenario geopolitico ed economico, sia sul fronte nazionale che estero, sono sicuramente positivi se guardati dal punto di vista della crescente sensibilità delle persone rispetto ai temi dell’ecologia e della ricerca di maggiore efficienza e controllo da parte delle aziende. La nostra storia di oltre 45 anni è sempre dettata sia da una forte carica innovativa, ma anche da una grande cultura aziendale fatta di efficienza di sistemi di gestione”.

E aggiunge come le recenti leggi promulgate volte a controllare la qualità delle aziende e dei prodotti immessi in commercio “fanno sì che le realtà come la nostra, che hanno sempre lavorato in questa direzione, siano finalmente valorizzate”.

Per mantenere l’azienda in uno scenario economico, con una visione al 2025, competitiva in base alle esigenze di un settore che sta cambiando in maniera radicalecommenta Luca Cocconi, presidente di Arco Chimica – i cambiamenti fanno parte della quotidianità”. E segnala che ARCO si sta muovendo con l’obiettivo principale di creare linee di detergenti biodegradabili al 100%, ma soprattutto “siamo impegnati nel creare sistemi per il controllo delle diluizioni, per eliminare gli sprechi mantenendo uno standard qualitativo elevato, ma controllandone il consumo, contenendo i costi ma soprattutto diminuire o eliminare lo smaltimento della plastica”.

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Ringraziamo per la collaborazione (in ordine alfabetico Azienda)

Luca Cocconi, ARCO CHIMICA

Paolo Taoso, COMAC

Laura Salviato, ESSECINQUE

Sergio Antoniuzzi, I.C.E.FOR

Bruno Ferrarese, IDROBASE GROUP

Gabriella Bianco, IPC

Stefano Grosso, ISC

Eugenio Cagna, KLINMAK

Dante Rossetti, LAVOR

Stefano Polti, POLTI

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