Acquisti verdi: la PA sarda fa scuola

Approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita”. Così a metà degli anni Novanta la Commissione Europea definiva il concetto di Green Public Procurement (GPP) introducendolo all’attenzione delle amministrazioni continentali.

In Italia, dove le direttive europee in termini di “acquisti verdi” sono state recepite già dal 2003 (DM n.203 del 8.5.2003), una delle realtà che maggiormente ha recepito le indicazioni della Commissione è la Regione Sardegna che, già dal 2007, si è impegnata ad adottare questa politica degli acquisti pubblici ecologici, avviando un percorso volto a sostenere il cambiamento dei modi di acquisto e consumo di beni e servizi all’interno dell’amministrazione regionale e presso gli enti locali che ha portato all’adozione del PAPERSPiano per gli Acquisti Pubblici Ecologici della Regione Sardegna (DGR n.37/16 del 30.7.2009).

Prima regione del paese a dotarsi di un “Piano d’azione regionale per gli acquisti verdi”, la Sardegna punta da quasi 10 anni ad una forte riduzione dell’impatto e degli sprechi, conseguenze di un’amministrazione poco attenta alle tematiche ambientali. La razionalizzazione della spesa pubblica parte innanzitutto dalla diffusione di una cultura attenta a contenere i consumi non necessari e tramite la diffusione di un approccio più corretto per valutare il prezzo del bene-servizio oggetto dell’acquisto.

Con gli acquisti verdi, perciò, l’ente pubblico decide di effettuare una spesa (che sia un bene o un servizio) attribuendo valore non solo alla qualità del prodotto e al suo prezzo, ma anche all’impatto ambientale del ciclo di produzione. Infatti, se accanto al prezzo si considerano i costi connessi all’utilizzo, come energia o materiali di consumo, e allo smaltimento del prodotto, si possono fare scelte d’acquisto convenienti dal punto di vista economico-finanziario in un’ottica di medio-lungo periodo.

La riduzione dell’impatto delle PA si riflette sull’ambiente nelle fasi principali della vita di qualsiasi bene a partire dalla sua produzione con una riduzione del consumo delle materie prime e di energia e minori emissioni nocive (e quindi minori rischi anche per la salute). Inoltre, per quanto riguarda la fase finale nella vita di un prodotto, ossia il suo smaltimento, spesso la più critica, gli “acquisti verdi” prevedono maggiori possibilità di riutilizzo e quindi una minore produzione di rifiuti.

L’amministrazione dell’isola, per dare un maggiore impulso a questa politica eco-friendly ha istituito il marchio “La Sardegna Compra Verde”. Questa iniziativa vuole essere uno strumento di valorizzazione e riconoscimento per gli enti pubblici sardi (comuni, province, ASL, università, enti parco, agenzie ed enti regionali…) che dimostrino di aver intrapreso una politica di Green Public Procurement.

Ultima in ordine di tempo ad aver approvato una delibera in tal senso, è l’amministrazione del comune di Nuoro. Questo provvedimento, proposto dall’assessore all’Ambiente Giuliano Sanna, prevede l’introduzione dei criteri ambientali minimi nelle procedure di acquisto di beni e servizi, l’istituzione di un gruppo di lavoro per progettare e controllare le azioni di promozione degli acquisti verdi e sensibilizzare i dipendenti alla riduzione degli sprechi nella pubblica amministrazione. Buone pratiche che se provengono in primis dalle istituzioni acquistano maggior peso sociale. “La vera speranza – chiosa Sannaè che questo genere di politiche pubbliche possano innescare comportamenti virtuosi da parte di cittadini ed imprese, facendo di Nuoro una comunità sempre più educata al rispetto per l’ambiente”.



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